Le colazioni lacrime e sangue

Roma -

 

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 137 del 15.6.2006 (visionabile sul nostro sito web www.rdbtesoro.it) sono stati pubblicati i Decreti Presidenziali del 7.6.2006 che recano l'attribuzione delle qualifiche di viceministro e delle relative deleghe.

Scorrendo le deleghe che il Presidente del Consiglio dei Ministri Prodi ha affidato a Vincenzo Visco e Roberto Pinza, di fatto, ci sembra che sia rinato il vecchio Ministero delle Finanze che era stato accorpato con il Tesoro.

Le deleghe vedono consegnare nelle mani di Vincenzo Visco la competenza piena in materia tributaria e fiscale (agenzie fiscali, Secit, Scuola Superiore, Monopoli, Guardia di Finanza) mentre, a Roberto Pinza, il credito, il bilancio dello stato e la finanza locale.

Se si pensa che, insieme a queste super deleghe, il Comitato Interministeriale per la Politica Economica (CIPE) è stato trasferito a Palazzo Chigi, la competenza sul Mezzogiorno a Pierluigi Bersani (Ministero per lo Sviluppo Economico), al Ministro TPS rimane l'indirizzo politico, la rappresentanza nelle sedi internazionali (G8 e Unione Europea) e le colazioni con Cgil, Cisl e Uil.

Infatti, sull'economia, il governo vuole fare solo il suo gioco e gioca pesante.

Le anticipazioni sullo stato dell'economia del ministro Tommaso Padoa Schioppa e del Presidente del Consiglio Romano Prodi, ci hanno fatto vivere, con un brivido lungo la schiena, la sensazione di essere intrappolati in una giostra infernale.

TPS ha dichiarato, infatti, che la situazione dei conti pubblici italiani (debito e deficit) è simile e, per alcuni aspetti, peggiore di quella dei primi anni Novanta, quelli cominciati con la Legge Finanziaria d’urto di Amato (1992) che spianò la strada agli accordi concertativi del 1993 tra Governo e Cgil, Cisl e Uil.

Si trattò di quelle scelte strategiche che avviarono la più gigantesca sottrazione di ricchezza sociale dai redditi delle famiglie e dei lavoratori verso la fornace del risanamento dei conti pubblici e dei profitti per circa 550.000 miliardi di vecchie lire (circa 276 miliardi di euro).

Un ministro democristiano di allora, Beniamino Andreatta, dichiarò pubblicamente che per rientrare del debito pubblico si sarebbe dovuto ridurre di almeno 5 milioni di lire il reddito delle famiglie.

I fatti ci dicono che ci sono riusciti e pure alla grande. In questi quattordici anni, il lavoro ha perso sistematicamente punti a favore del capitale e delle rendite nella composizione del reddito nazionale.

E, mentre Prodi rassicura il Presidente della Confindustria che il regalo alle imprese del taglio al cuneo fiscale (la riduzione dei contributi sul lavoro) ci sarà anche in presenza di una situazione dei conti pubblici molto preoccupante, il ministro Padoa Schioppa, con il vice ministro Visco e il nuovo sottosegretario Sartor, ha incontrato giovedì scorso, direttamente in via XX Settembre, i vertici di Cgil, Cisl e Uil.

Un pranzo del quale i leaders di Cgil, Cisl e Uil hanno sottolineato l'apetto frugale rispetto a quello da loro gustato lunedì 12 giugno da Prodi.

Questa volta, solo trenette ai funghi, tagliata di manzo, prosciutto e melone.

E così, tra una forchettata ed un'altra, tra l'andamento dei conti pubblici e le slide sulla competitività delle imprese e delle retribuzioni, tra la crescita del debito e l'azzeramento dell'avanzo primario, il ministro ha spiegato ai commensali la necessità della futura manovra finanziaria a partire da quella correttiva di luglio e dove intervenire: sanità, pensioni, pubblico impiego, enti locali.

In nome della governance e della riemersa prassi concertativa, i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil sono già pronti a ripetere ai lavoratori il contenuto della lezione ricevuta: ora, è tempo di sacrifici.

Così, il conto della manovra di tre punti di prodotto interno lordo, pari a circa 40/45 miliardi di euro, sarà presentata ai lavoratori in una prima tranche con la manovra bis di luglio per poi essere interamente tradotta nel Documento di Programmazione Economica e Finanziaria.

Come nel lontano 1992, altre lacrime e sangue ci attendono.

Il rinvio di due anni del rinnovo del contratto scaduto il 31.12.2005, l'estensione del blocco del turn over, l'inasprimento della stretta già esistente sulle nuove assunzioni, la chiusura di alcune finestre di uscita pensionistica, l'introduzione di ticket nazionali per farmaci e per la degenza e vitto negli ospedali.

Infine, si prefigura anche la creazione di una società immobiliare posta fuori dalla pubblica amministrazione, una holding collocata sul mercato al quale il Ministero del MEF vende le sue partecipazioni in società quotate.

Insomma, la solita svendita del patrimonio pubblico con il tentativo, più volte progettato, di realizzare anche le cartolarizzazioni dei crediti Inps, Inpdap e dei prestiti Map-Miur, operazioni, queste, facilmente praticabili per la riduzione del debito.

 

Chiaramente, nessun accenno alla lotta all'evasione fiscale, alla tassazione delle rendite e alle speculazioni finanziarie.

 

Ma siamo fortemente convinti che, se ricominciano a bastonare i redditi dei lavoratori e delle loro famiglie, non solo troveranno poco da raschiare, ma si troveranno a fare i conti con un legittimo diritto alla resistenza e al conflitto sociale.