L'incontro con il sottosegretario Paolo Cento
UNO, NESSUNO, CENTOMILA
Uno degli aspetti più caratteristici della concezione pirandelliana della vita è il relativismo, il principio, cioè, secondo cui nulla è vero, nulla esiste, tutto è illusione creata da chi la pensa, o la sogna, e ciascuno se la crea e sogna a suo modo.
L'incontro del 15 settembre 2006 con il sottosegretario di stato, on. Paolo Cento, potrebbe essere considerato come un confronto su fatti accaduti o che potrebbero accadere, partendo, però, "dalle illusioni" o "dai sogni" di ciascuno dei presenti.
Non vogliamo, in questa sede, difendere il relativismo come pluralità di modi di vivere e di pensare, a fronte della crescente universalizzazione dei diritti degli individui che caratterizza la nostra epoca ma, alcune certezze, dei punti fermi sono incontrovertibili.
- Il governo si appresta a presentare una legge finanziaria che, aggettivarla in "lacrime e sangue", sarebbe riduttivo.
- Uno dei pilastri del risanamento pubblico e dell'equità del ministro TPS, è la demolizione della Pubblica Amministrazione e, conseguentemente, i servizi resi alla cittadinanza.
- La "farsa" della razionalizzazione delle spese, parte violentemente con la soppressione, fusione o liquidazione delle strutture provinciali del nostro dicastero.
- Il ministro del MEF, volutamente suddivide la delega al personale tra i vari sottosegretari di stato in modo da rendere impossibile qualsiasi confronto a tutela dei lavoratori.
In questo quadro, le risposte ricevute dal sottosegretario Cento sull'attenzione ai problemi esposti e sul rispetto delle relazioni sindacali, per quanto di sua competenza e nell'ambito della sua responsabilità politica, se da un lato possono essere teoricamente apprezzate, dall'altro, non possono tranquillizzare i lavoratori.
Per questo la RdB/CUB ha sostenuto la sua ferma contrarietà a qualunque operazione di smantellamento degli uffici periferici e messa in mobilità dei lavoratori.
Le risorse necessarie per il risanamento e lo sviluppo devono essere reperite facendo pagare chi, in tutti questi anni, ha goduto di protezioni e di privilegi.
- Lotta senza quartiere all’evasione fiscale e all’economia sommersa; aumento della tassazione sulle grandi rendite finanziarie e immobiliari; ripristino dell’imposta di successione sui grandi patrimoni; abolizione del II modulo della riforma Irpef di Tremonti (che ha regalato ai contribuenti più ricchi 6 miliardi di euro); imposta straordinaria sulle "pensioni d’oro"; graduale uniformazione dei contributi previdenziali per tutte le categorie di lavoratori.
- La spesa pubblica può essere razionalizzata, eliminando sprechi e inefficienze, ma salvaguardando interamente i livelli di protezione sociale. Per questo, ci opponiamo ad ogni riduzione della copertura previdenziale per i lavoratori, al taglio indiscriminato della spesa per la sanità, per la scuola, per i trasporti e per il Welfare. Anzi, occorrono più risorse, più investimenti in qualità e formazione.
In particolare, sulle pensioni, occorre rafforzare la previdenza pubblica, abolire la riforma Maroni (che aumenta dal 2008 l'età pensionabile a 60 anni con 35 anni di contributi), senza prevedere nessuna penalizzazione per chi ha maturato i diritti alla pensione di anzianità come previsto dalla riforma Dini (57 anni di età con 35 anni di contributi). Così come è da restituire al mittente la proposta del ministro del lavoro Damiano e il furto del TFR in favore dei fondi pensione di Cgil, Cisl e Uil.
- Le risorse destinate allo sviluppo devono comprendere misure di redistribuzione del reddito a favore dei meno abbienti: restituzione del fiscal drag ai lavoratori dipendenti; equa e paritaria ripartizione della riduzione del cuneo fiscale tra imprese e lavoratori; riduzione delle imposte sui salari e sulle pensioni più basse; stabilizzazione dei lavoratori precari sia nella pubblica amministrazione sia in tutti i casi di lavoro subordinato; avvio di un piano nazionale per la casa che contrasti il "caro affitti" e aumenti la dotazione di case popolari.
- La ripresa di un processo di sviluppo per uscire dalla crisi richiede un nuovo intervento pubblico nell'economia fondato su forti investimenti nella ricerca, nella formazione e nella tutela dell’ambiente e del territorio, con interventi massicci per il risanamento delle metropoli e per le aree depresse.
Queste proposte consentono non solo di risanare i conti pubblici ma, anche, di promuovere lo sviluppo economico e la giustizia sociale.
Questo è, per la RdB/CUB, il vero RISANAMENTO, il vero SVILUPPO e la vera EQUITA'.