L'incontro del 15 gennaio 2007

Roma -

Il 15 gennaio 2007 si è tenuta la riunione per la ripartizione dei fondi derivanti dall'applicazione dell'art. 3, comma 165, della legge 350/2003, tra le federazioni nazionali di categoria delle OO.SS. e la parte pubblica presieduta dal Capo di Gabinetto Dott. Paolo De Ioanna e il Sottosegretario di Stato al MEF, On. Paolo Cento.

 

La parte pubblica ha presentato una ipotesi di suddivisione delle somme tra il MEF (27,4%), le Agenzie Fiscali (71,2%) e i Monopoli (1,4%), più o meno simile, con un leggero aumento della quota nei confronti delle Agenzie, a quella operata per i fondi del 2003.

L'ulteriore ripartizione tra personale e dirigenza, e tra i singoli dipartimenti o agenzie delle amministrazioni interessate, rimane demandata alla contrattazione nazionale di amministrazione.

I segretari nazionali di categoria delle altre OO.SS., alcuni dei quali giunti con lussuose macchine di servizio con tanto di scorta di polizia (e noi paghiamo!!!) si sono cimentati in "circensi" funambolismi contestando l'indeterminatezza dei parametri utilizzati per la ripartizione e incentrando i loro miseri interventi su "spiccioli" calcoli tecnicisti.

Di fatto, alcuni di queste "prime donne", dopo aver sfoggiato il loro pregiato "pedigree", in realtà hanno dato ampia dimostrazione che non avevano neppure letto il decreto di impegno firmato dal ministro lo scorso 29 dicembre 2006.

Di contro, si sono preoccupati a ribadire, con ferma e autorevole determinazione, la necessità che l'erogazione delle somme sia basata esclusivamente su criteri meritocratici.

Una figura veramente penosa.

Se si limitasse alla sola figura, nulla di grave. D'altra parte, ognuno è libero di infierire su se stesso come meglio crede.

Ma, la gravità è che questi "signori" sono coloro che stanno "concertando" con il governo come massacrare il sistema previdenziale pubblico, rapinare le liquidazioni dei lavoratori in favore dei loro fondi privati, svuotare il contratto nazionale, deregolamentare i diritti e le garanzie universali, aumentare l'esercito di precari, dei flessibili e siglare "patti sul lavoro pubblico", un memorandum che riduce i diritti e le tutele dei dipendenti pubblici, introduce sistemi di discriminazione nelle retribuzioni e nelle carriere, supporta la destrutturazione della Pubblica Amministrazione con norme contrattuali da introdurre nei prossimi contratti sul pubblico impiego in relazione alla produttività.

Insomma, si perde ulteriore tempo, si allungano le aspettative e si peggiorano le condizioni economiche dei lavoratori.  

 

La RdB/CUB, nel suo intervento, ha denunciato la totale ingestibilità di questi ambigui istituti in relazione alla certezza sia delle somme che della loro erogazione.

Basta pensare che il fondo è stato dimezzato, grazie alla legge finanziaria 2007 (dai 407 milioni e 100.000mila euro del solo 2003 si è passato ai 410 milioni per gli anni 2004 e 2005 insieme) e che sono oltre due anni che i lavoratori sono in attesa.

Ma, con maggiore determinazione, la RdB/CUB ha posto al centro dell'attenzione la necessità di un nuovo modello contrattuale che metta, in primo piano, il recupero salariale in relazione alla perdita del potere d'acquisto di questi ultimi quindici anni.

La RdB/CUB ha rivendicato l'obiettivo di rendere certi e continui i fondi aggiuntivi con la conseguente stabilizzazione sul salario tabellare e di utilizzare le quote destinate al potenziamento delle amministrazioni per un piano di assunzioni stabili dei lavoratori precari oltre ad una riqualificazione generalizzata di tutto il personale economico-finanziario.

Inoltre, la RdB/CUB ha manifestato la ferma intenzione di contrastare gli effetti nefasti della finanziaria e l'attacco alla pubblica amministrazione, a cominciare dallo smantellamento del MEF.