NO ALLA VALUTAZIONE, SÌ ALLA PEREQUAZIONE

Roma -

Il 22 novembre si è tenuta la terza riunione del tavolo tecnico in merito al sistema di valutazione del MEF.

L’incontro si è caratterizzato, ancora una volta, per l’inconsistenza dei contenuti sia nel metodo sia nella sostanza, poiché l’Amministrazione ha ripetuto le linee guida espresse nel documento di policy senza neppure accennare agli effetti concreti prodotti dalla presunta nuova filosofia organizzativa contenuta nello stesso documento.

La USB ritiene che questo tavolo tecnico risponda a uno scopo preciso: l’Amministrazione è perfettamente consapevole delle dinamiche negative che deriveranno dall’applicazione del sistema di valutazione e cerca la complicità delle OO.SS. per il controllo delle reazioni dei lavoratori.

Questo tavolo, infatti, non ha niente di tecnico se non la tecnica parolaia del nulla ed è funzionale solo a costruire un percorso di complicità con quelle OO.SS. che ne accetteranno le conclusioni.

La USB, ovviamente, non si è limitata a rilevare quanto esposto ma è intervenuta più volte per denunciare e smantellare lo strumentale fine dell’Amministrazione. La nostra Organizzazione Sindacale ha contrapposto alla “grande bellezza” del modello organizzativo presentato dall’Amministrazione e generato dal sistema di valutazione, la devastante concretezza degli effetti di tale sistema che produrranno nuove differenziazioni nei diritti generali e salariali dei lavoratori.

L’art. 20 del D.lgs. n. 74 del 2017 elenca chiaramente gli strumenti per premiare il merito e la professionalità introducendo una nuova (in)cultura del lavoro con al centro una fasulla meritocrazia dei lavoratori e assestando un altro duro colpo al contratto nazionale e alle tutele collettive.

 

Insomma, l’ideologia del libero mercato che si dovrebbe alimentare e autoregolare con la competizione viene Immessa nell’organizzazione dei servizi pubblici mercificando il valore lavoro e i lavoratori stessi.

Anche i Dirigenti dovrebbero fare una riflessione sul nuovo ruolo chiamati a svolgere, che snatura le loro funzioni istituzionali di responsabili della qualità e dell’organizzazione del servizio reso ai cittadini trasformandoli in grigi esecutori senza testa di premi e punizioni.

La USB, a livello generale, ha contrastato in perfetta solitudine queste misure odiose che ieri avevano come padrino “l’indimenticabile” Brunetta e oggi sono patrocinate dalla ministra Madia. Nel MEF la nostra Organizzazione Sindacale non ha mai dato tregua all’Amministrazione sulle discriminazioni salariali e professionali, anche con battaglie durate anni come quella sull’indennità degli Uffici di diretta collaborazione del ministro, finanziata impropriamente con il FUA.

La USB ha proseguito queste battaglie caparbiamente denunciando le retribuzioni differenziate e non firmando accordi che le legittimano (ultimo esempio è l’accordo Fondo di sede quota 20% degli uffici centrali), sapendo perfettamente i danni irrimediabili che avrebbero prodotto anche nella solidarietà e coesione tra lavoratori.

Il sistema di valutazione è la fase avanzata della destrutturazione di salario e diritti. La USB ne contrasterà duramente non solo l'applicazione ma vuole rilanciare la lotta sul fronte della perequazione salariale. A questo proposito la nostra Organizzazione Sindacale è intenzionata a organizzare al più presto l’incontro con i lavoratori richiesto nelle decine di petizioni sulla perequazione dell’indennità di Amministrazione al MEF, pervenute dalle RTS e dagli uffici centrali.

La denuncia contro le ormai insopportabili condizioni salariali contenuta nelle suddette petizioni e la necessità di approntare strumenti perequativi del trattamento salariale di tutti i lavoratori del MEF possono essere l’obiettivo primario del rilancio della lotta nel nostro dicastero.

La USB sarà, come sempre, in prima linea ed è intenzionata a costruire con i lavoratori una piattaforma rivendicativa ed il percorso necessario per ottenere quanto richiesto.

Nei prossimi giorni definiremo le modalità dell’incontro comunicandole a tutti i lavoratori.