Nuovo attacco al diritto di sciopero. Salvini va fermato
Dal nazionale - L’attacco al diritto di sciopero di Salvini non si limita a ridurre lo sciopero generale indetto da USB per il 13 dicembre. Con nuove dichiarazioni, Salvini ora propone di rivedere la legge sul diritto di sciopero, una legge che dimostra di non conoscere, visto che continua a violarla anche con l’ordinanza di questi giorni contro lo sciopero generale dell’USB, scavalcando in modo illegittimo la Commissione di garanzia.
Anche se lo scopo primario del ministro è quello di ritagliarsi un ruolo ed una sua visibilità dentro un contesto che vede scendere progressivamente i consensi della Lega (ed anche quelli suoi personali), l’attacco non può essere sottovalutato. Assieme al ddl 1660, in discussione in queste settimane nei due rami del Parlamento, che prevede nuovi reati ed un generale inasprimento delle pene per chi protesta, questa ipotesi di rimettere mano alla legge in modo ancora più restrittivo, si configura come una autentica svolta autoritaria.
Certo che bisognerebbe mettere mano alla legge 146 del 1990, ma in una direzione esattamente contraria a quella che dice Salvini! Questa legge impedisce che gli scioperi possano protrarsi oltre le 24 ore e obbliga ad una procedura tortuosa e complessa per tornare a proclamare nuove agitazioni e questo ha messo i padroni e i governi in tutti questi anni nelle condizioni di poter privatizzare i servizi pubblici e precarizzare fortemente il lavoro. La verità è che i servizi sono considerati “essenziali” solo quando servono a limitare gli scioperi e poi vengono maltrattati in tutti i modi quando si tratta di decidere di finanziarli per continuare a garantirne il carattere universale. La Legge 146 è stato lo strumento attraverso il quale si è inferto un colpo durissimo alla Pubblica Amministrazione e a tutto il sistema del welfare ed ha permesso ai sindacati concertativi di frenare la loro crisi.
Ciononostante la spinta all’organizzazione sindacale indipendente dei lavoratori in Italia è rimasta forte ed ora la preoccupazione che possa crescere ancora sta spingendo a rivedere in senso ancora più dispotico la legge. Anche per questo è importante aderire allo sciopero del 13 dicembre e partecipare alle manifestazioni di Roma e Milano.