Ordinamento professionale e progressioni tra le aree: zero

Roma -

Sono giornate di intensa attività sindacale al MEF. Il 17/3 u.s. abbiamo sottoscritto l’accordo sulla riforma dell’ordinamento professionale che prevede l’introduzione delle famiglie professionali in sostituzione degli ormai superati profili.

Nonostante il rilievo degli organi di controllo sull’art. 4 dell’ipotesi di accordo che assicurava la necessaria elasticità al nuovo sistema, si è riusciti a trovare una nuova quadra traslando il medesimo articolo in una dichiarazione congiunta tra Amministrazione e OOSS.

Nelle prossime settimane tutti i lavoratori verranno assegnati alle nuove famiglie professionali in base alla tabella di trasposizione facente parte dell’accordo ed è previsto un monitoraggio ed anche eventuali ulteriori incontri per analizzare le criticità che si dovessero riscontrare.

In contemporanea al transito nelle nuove famiglie è già iniziata la partita ad esso strettamente collegata, fondamentale per la USB, ovvero la definizione dei criteri per i passaggi tra le aree in deroga al titolo di studio previsti dall’art. 18 del CCNL Funzioni Centrali 2019/2021.

In questa prima fase l’Amministrazione si è presentata al tavolo con una proposta del tutto insoddisfacente sia per i criteri da adottare, ivi compresa la pesatura dei punteggi, che per il numero di posti da bandire.

Su quest’ultimo aspetto, in particolare, l’Amministrazione ha manifestato l’intenzione di bandire, nel 2023, procedure per 342 posti per l’area Funzionari e 172 per l’area Assistenti ovvero i contingenti assunzionali già previsti per i passaggi ex Legge Madia che al MEF dovevano concludersi entro dicembre 2022 e che invece sono rimasti lettera morta. Per il 2024, invece, la stessa delegazione di parte pubblica ha ipotizzato di bandire all’incirca lo stesso numero di posti utilizzando le risorse riservate a questa fattispecie dal CCNL Funzioni Centrali 2019/2021 (lo 0,55% del monte salari 2018).

Quindi, dopo circa 15 anni di blocco delle progressioni tra le aree, per il personale in servizio interessato (4002 lavoratori) lo scenario sarebbe il seguente:

- posti derivanti dalla Legge Madia “riciclati” perché il MEF non ha mai bandito le apposite procedure per utilizzarli: 514 complessivi per l’anno 2023;

- posti derivanti da risorse economiche specificamente previste dal CCNL FC 2019/2021: 500 circa (contingente ancora in via di definizione) per l’anno 2024;

- posti derivanti dalle facoltà assunzionali del MEF anni 2023/2025 ovvero i posti che il MEF potrebbe destinare al personale in servizio sottraendoli alle assunzioni dall’esterno: ZERO.

ZERO, per l’appunto, è il valore che l’Amministrazione del MEF attribuisce all’impegno di tutti i lavoratori che, in questi anni, hanno mandato avanti gli uffici letteralmente spopolati dal blocco del turnover spesso svolgendo mansioni superiori mai retribuite pur di continuare a rendere il servizio dovuto all’utenza tutta.

ZERO, per l’appunto, è il valore che l’Amministrazione del MEF attribuisce alle capacità professionali e di autoformazione dimostrate direttamente sul campo dai lavoratori.

ZERO, per l’appunto, è quanto il MEF è intenzionato ad investire sul proprio personale.

A corollario di tutto ciò abbiamo anche registrato la totale evasività della delegazione di parte pubblica ad aprire qualsivoglia ragionamento o ipotesi di progettazione in merito al contingente di facoltà assunzionale, e di conseguenza alla riserva di posti per il personale in servizio, da destinare all’Area delle Elevate Professionalità.

USB PI MEF ha già chiarito, nelle scorse riunioni, la propria totale contrarietà alle proposte della delegazione di parte pubblica chiedendo un sostanziale aumento del numero di posti da destinare al personale ed un’unica procedura anziché due.

Ci attendiamo delle risposte adeguate da parte dell’Amministrazione nella riunione prevista per il 30/3 p.v. su questo argomento. In caso contrario, USB PI MEF è pronta ad indire lo stato di agitazione del personale e a chiamare i lavoratori alla mobilitazione.

USB PI MEF