PARALISI DEL COMITATO DI VERIFICA PER LE CAUSE DI SERVIZIO: UN ULTERIORE ATTACCO AI LAVORATORI PUBBLICI !!!
In allegato la richiesta di intervento presentata dalla USB MEF alla parte politica e all'amministrazione.
Nel quotidiano susseguirsi di attacchi ai lavoratori pubblici, sui quali si vuole far ricadere una parte consistente del costo della crisi, registriamo un ulteriore episodio negativo e questa volta odioso perché si abbatte come una mannaia sulle fasce più deboli e in difficoltà dei dipendenti pubblici, coloro cioè che hanno contratto delle infermità o subìto degli infortuni a causa del servizio che svolgono.
In pratica, dall’inizio dell’anno, il Comitato di Verifica per le Cause di Servizio (CVCS) che opera all’interno del Ministero dell’Economia e delle Finanze con il compito di esprimere il giudizio di dipendenza delle infermità riconosciute dai vari organismi di accertamento (Commissioni Mediche Ospedaliere, Commissioni Mediche di Verifica, Commissioni Mediche A.S.L.) è totalmente fermo. Infatti il suddetto organismo non riceve più i fondi necessari al pagamento dei gettoni di presenza dei componenti del Comitato stesso, costituito in prevalenza da magistrati e da ufficiali medici di tutte le Forze Armate e di Polizia.
Al Comitato confluiscono le pratiche provenienti da tutta Italia, mediamente in numero di 3.000-4.000 mensili, per un totale all’anno di 50.000 fascicoli. Il mancato funzionamento dello stesso provoca un arretrato spaventoso che ha come conseguenza immediata il mancato riconoscimento dei risarcimenti economici e giuridici che ne discendono, quali l’erogazione dell’equo indennizzo, la possibilità di assentarsi dal servizio senza decurtazione del salario accessorio, l’eventuale esenzione ticket, ecc..
Nel contesto generale di restrizione economica che ha colpito in questi ultimi anni i lavoratori pubblici (blocco dei contratti, riduzione del salario accessorio e subordinazione dello stesso ai nefasti meccanismi delle “performance” prevista dalle riforme “Brunetta”, dilatazione dei tempi di pensionamento con penalizzazione particolare per le donne) riteniamo inaccettabile l’apposizione di questo ulteriore tassello negativo nel mosaico dello sfacelo generale.
Pertanto, consideriamo la sospensione di queste importanti funzioni un atto gravissimo che si configura come una vera e propria interruzione di pubblico servizio.
Riteniamo che vadano immediatamente rimossi tutti gli ostacoli che impediscono a questo organismo di funzionare a pieno regime e ci siamo attivati presso i responsabili politici e amministrativi del MEF per sollevare la questione e sollecitare una soluzione al problema.