Perchè contestare il vertice G8 a L'Aquila

Roma -

Fare il vertice del G8 all’Aquila è stata una doppia provocazione.

La prima, contro le popolazioni abruzzesi che hanno subito e continuano a subire un terremoto devastante che ha privato la gente di case, lavoro, reddito, relazioni sociali, progetti.
La seconda, contro i movimenti sociali, i sindacati e le associazioni che da anni contestano le scelte decise nei vertici tra le maggiori potenze mondiali e che hanno portato l’economia alla crisi e l’umanità sull’orlo dell’infarto ecologico e della guerra permanente.

Il premier Berlusconi adora fare spettacolo e spostando il vertice del G8 all’Aquila voleva mettere se stesso e le zone terremotate nuovamente sotto le telecamere mondiali facendosi così scudo, con il dramma delle popolazioni e delle città devastate dal sisma, che non ci fossero proteste e manifestazioni contro il G8 come avvenuto in tutti gli altri paesi.

Berlusconi ha sbagliato completamente i suoi calcoli.

1)      Nelle zone terremotate la demagogia vista nei primi giorni dopo il sisma ha lasciato il posto ad una realtà ben diversa. La gente in Abruzzo è esasperata, è isolata e controllata militarmente nelle tendopoli principali, è abbandonata a se stessa in quelle minori, non riesce a rientrare nelle proprie case e alle proprie attività e non vede prospettive concrete. I fondi stanziati dal governo sono insufficienti per le esigenze sociali e vengono dirottati verso i soliti speculatori che si apprestano a gettarsi come avvoltoi sulla ricostruzione delle zone terremotate.
2)      I movimenti che intendono contestare il vertice del G8 si sono organizzati non solo per manifestare all’Aquila venerdì 10 luglio, ma si stanno collegando sempre più strettamente con le popolazioni colpite dal terremoto che hanno cominciato anch’esse a protestare per i propri diritti con tre manifestazioni all’Aquila e una a Roma.

3)      Per Berlusconi il vertice del G8 sarà, come al solito, una vetrina mondiale per pavoneggiarsi (o coprirsi di ridicolo come accade sempre più spesso), ma a nessuno sfugge che i leader del G8 fino ad ora hanno affrontato la crisi riempiendo solo di soldi le banche e scaricando sulla spesa pubblica (e dunque i servizi sociali e il reddito dei vari paesi) i costi delle speculazioni finanziarie fatte dalle banche stesse e dagli squali della finanza. In Italia, a fine estate, scade la cassa integrazione per decine di migliaia di lavoratori che si ritroveranno senza lavoro, i salari sono i più bassi d’Europa e le famiglie non ce la fanno più a pagare bollette, prezzi dei beni e le innumerevoli ed esose imposte. Nello stesso tempo, vengono spesi miliardi di euro per continuare la guerra in Afghanistan o per acquistare aerei da guerra come gli F 35.

Per questo, ci sono mille buone ragioni per manifestare contro il vertice del G8 a L’Aquila.

In piazza ci saranno i lavoratori dei sindacati di base, ci saranno i comitati popolari che chiedono una ricostruzione delle zone terremotate funzionale alle esigenze della popolazione e non a quelle degli speculatori, ci saranno i movimenti sociali che si battono per il diritto alla casa e al reddito, ci saranno gli attivisti che si battono contro il coinvolgimento dell’Italia nei fronti di guerra e le enormi spese militari, ci saranno i giovani e gli studenti che intendono dare una prospettiva sicura al loro futuro.

 

Venerdì 10 luglio 2009 tutti a L’Aquila per una manifestazione nazionale contro il vertice del G8

ore 12 - marcia dalla Staz. FS di Paganica ai Giardini Comunali (L’Aquila)