Piante organiche: la sforbiciata.
Venerdì 14 novembre 2008, si è tenuta la riunione con l'amministrazione in merito alla rideterminazione delle piante organiche del personale delle aree professionali del MEF.
Infatti, l'art. 74, comma 1 lettera c) della Legge 133/08, prevede che le amministrazioni dello stato, entro il 30 novembre 2008, devono provvedere alla rideterminazione delle dotazioni organiche del personale non dirigenziale, apportando una riduzione non inferiore al dieci per cento della spesa complessiva relativa al numero dei posti di organico di tale personale.
Alla luce dei principi contenuti nella dannata disposizione normativa, le dotazioni organiche rivestono, quindi, un’importanza di tutto rilevo, in un’ottica non solo formale ma di una attenta gestione, allo scopo di prevenire un insulso utilizzo del personale stesso e renderlo facilmente vulnerabile, alla luce soprattutto delle soppressioni delle sedi periferiche e della riorganizzazione degli uffici centrali.
Ci aspettavamo, quindi, da parte dell'amministrazione, una attenta e scrupolosa analisi delle competenze, uno studio delle funzioni e dei punti di sofferenza, in particolare proprio alle condizioni tragiche in cui versano le articolazioni periferiche.
Sicuramente, abbiamo pensato, si sarà operata una diagnostica dei carichi dei lavori, un monitoraggio approfondito della spalmatura delle qualifiche funzionali nelle unità organizzative, ad una analisi di genere e dell'utilizzo generalizzato delle mansioni superiori.
Infatti, siamo fortemente convinti che la determinazione delle dotazioni organiche deve realizzarsi nell’ambito di un’attività orientata a logiche funzionali, in base alle quali l'amministrazione deve perseguire le finalità a lei attribuita realizzando un’ottimale utilizzazione del personale e garantendo, a questi, la possibilità di avanzamento professionale, il rispetto della dignità e la garanzia dei diritti.
La rideterminazione delle dotazioni organiche, pertanto, non dovrebbe essere intesa come un mero adempimento di carattere formale, ma rappresenta un’analisi concreta in termini di competenze, attività e professionalità necessarie sia quantitativamente che qualitativamente.
La funzionalità del MEF e la qualità dei servizi erogati non può prescindere, quindi, dall’ottimizzazione delle risorse e dalla loro valorizzazione.
Pertanto, la gestione di tutto il personale, ivi compreso quello dirigenziale, va collocata in un organico e coerente disegno mirato a rendere razionali e funzionali le scelte organizzative, finalizzandole, nel contempo, al raggiungimento degli scopi istituzionali e degli obiettivi di efficacia ed efficienza assegnati alle pubbliche amministrazioni.
In conclusione, abbiamo creduto che l'amministrazione ritenesse indispensabile attivare un processo adeguato, che trovasse la sua forza nella condivisione e nella consapevolezza che solo un corretto e razionale utilizzo del personale può consentire di operare, in maniera efficace, in un contesto sempre più caratterizzato da scarsità di risorse nell’ambito delle politiche governative di contenimento della spesa pubblica.
I continui tagli del personale e delle risorse destinate alle amministrazioni pubbliche, contemplate già dalle precedenti leggi finanziarie, il progetto di destrutturare la pubblica amministrazione per metterla al servizio dell'impresa, avrebbero dovuto sollecitare uno sforzo per attivare meccanismi volti a valorizzare il capitale umano presente nel settore pubblico per rispondere più adeguatamente all'esigenza di fornire servizi sempre più corrispondenti ai bisogni dei cittadini.
Insomma, ci aspettavamo, da parte dell'amministrazione, una conoscenza reale dei nostri uffici, nonostante la mancanza da oltre due anni delle dotazioni organiche di fatto e della volontà nel definire i nuovi profili professionali.
Nulla di tutto questo.
La parte pubblica si è presentata con un foglio A4 sul quale, mediante l'ausilio di "tecnici specializzati", ha rappresentato con una semplice operazione matematica il taglio del costo del personale del 10%.
Partendo dalla dotazione organica del DPCM 2 febbraio 2006 (19.649 unità), ha scorporato il personale trasferito a seguito di successivi interventi legislativi (979) e ricalcolato il nuovo organico teorico (18.670).
Moltiplicando questo dato con il costo standard per area desunto dal conto annuale, è giunta al costo totale di 632.958.372 euro.
A questo punto, ha calcolato la riduzione della spesa complessiva da operare, desunta in 63.295.837 euro, pari al 10% del costo totale e rideterminato le nuove dotazioni organiche del personale non dirigenziale in 16.659 unità (- 2.011) .
E dove si è tagliato, quindi ?
Gelosa dell'operato della "ministra Gelmini", l'amministrazione non ha fatto altro che sforbiciare qua e là, colpendo, tendenzialmente, le aree inferiori con la presunzione di "minimizzare le riduzioni del personale", "gli esuberi totali" e, dulcis in fundo, con la ridicola barzelletta di "salvaguardare le prospettive di sviluppo di carriera del personale".
Non è stata neppure esibita una tabella con i dati disaggregati per dipartimenti per comprendere dove, come e con quale diversa incidenza si fosse operata la decurtazione del 10%.
In realtà, questo taglio riduce drammaticamente le possibilità di assunzioni di nuovo personale, colpisce le aspettative di carriera dei lavoratori e, contemporaneamente, mette a rischio il normale svolgimento dei compiti istituzionali.
Un ulteriore effetto del decreto Brunetta che, unitamente al protocollo d'intesa siglato lo scorso 30 ottobre 2008, colpisce pesantemente i lavoratori.
A questo, si deve aggiungere anche il desolante quadro che avvolge il sistema di contrattazione, che ha reso, di fatto, le organizzazioni sindacali compiacenti con l'amministrazione, meri organismi di ratifica, riducendo ad un simulacro di democrazia, i rapporti sindacali stessi.
La colpa, comunque, non è imputabile solo alla volontà politica ma, anche e, soprattutto, alle politiche concertative e collaborazioniste perseguite dal sindacato confederale ed autonomo che hanno ridotto, compresso e arretrato le condizioni e i diritti dei lavoratori.
Per questo, è fondamentale la partecipazione diretta dei lavoratori alle lotte e alle mobilitazioni.
Martedì 18 novembre 2008, le RdB/CUB effettueranno, dalle ore 11.00, un presidio sotto il nostro ministero contro il taglio drastico delle risorse operate dalla legge 133/08, affinché il testo della legge Finanziaria sia emendato e contenga disposizioni chiare e precise al fine di annullare gli effetti previsti dalla sua applicazione.
L'iniziativa acquista ulteriore valore in considerazione delle difficoltà che l'amministrazione ha reso noto per il pagamento, entro il mese di dicembre 2008, delle somme derivanti dal famoso comma 165 (cartolarizzazione).
MARTEDI’ 18 NOVEMBRE 2008
presidio dalle ore 11.00
MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
VIA XX SETTEMBRE, 97 - ROMA
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