Protocollo d'intesa: continua la farsa !

Roma -

L’incontro che si è tenuto a palazzo Chigi il 30 ottobre 2008 non ha modificato, minimamente, i contenuti del protocollo proposto dal ministro Renato Brunetta lo scorso 23 ottobre.

Il Protocollo di intesa tra Governo e Sindacato sul rinnovo dei contratti di lavoro del pubblico impiego per il biennio economico 2008-2009 è stato firmato da CISL, UIL, CONFSAL (UNSA), USAE e UGL.

Si è trattato, quindi, solo di una semplice rappresentazione mediatica dei ruoli che CGIL, CISL e UIL, attualmente si sono ritagliati: tra sindacati di governo e sindacati di presunta opposizione sociale.

La CISL e la UIL, ormai identificabili come amministratori delegati aggiunti del governo, la mattina prendono in giro i lavoratori proclamando finti scioperi generali e, il pomeriggio, svendono i dipendenti pubblici in una ipotesi di nuovi contratti da lavoro che, non solo prevedono una riduzione consistente di salario consolidato, ma determinano gli strumenti normativi della mobilità, dell'espulsione e del ricatto meritocratico dirigenziale.

La CGIL riscopre, invece, l’anima rivoluzionaria, rispolvera dall'armadio la solita giacchetta da indossare con i governi di centrodestra e si propone come epigono dell’opposizione sociale.

Una posizione completamente sovrapposta a quella del Partito Democratico e della sua finta contrapposizione al governo in carica.

La firma di ieri sull'Alitalia, il lodo Letta, che impone ai lavoratori clausole brutali, discriminatorie e ai limiti della costituzionalità, è un esempio tipico.

Ma sono ancora fresche, per i lavoratori, le ferite della pace sociale, della supina concertazione e della condivisione alle politiche economiche che la CGIL ha praticato durante la devastazione del governo Prodi (memorandum pubblico impiego del 18 gennaio 2007, scippo del TFR, massacro previdenza pubblica con l'accordo del 20 luglio 2007, protocollo del 23 luglio 2007 sul mercato del lavoro e sulla competitività, legge 30 e il pacchetto Treu, etc. etc....)

Anche lo stesso annuncio delle iniziative di lotta, appare sempre più come una semplice rappresentazione di opposizione che non attacca i reali contenuti della riforma della P.A. e delle politiche governative.

Tanto è vero che la contrapposizione è tutta interna alla questione della reperibilità delle risorse economiche contrattuali e non mette in discussione le scelte politiche di riforma, che sono dietro le elemosine salariali proposte.

La CONFSAL (UNSA) si è dimostrata consenziente alla sottoscrizione dello stesso protocollo che non aveva firmato a palazzo Vidoni, forse il luogo favorisce la riflessione.

Le OO.SS. della dirigenza, tutte, non hanno sottoscritto il protocollo perché hanno, forse, compreso la trappola che il governo ha preparato dietro il "protagonismo dei dirigenti".


Per quanto riguarda i contenuti economici della proposta, questi sono veramente esigui e fortemente penalizzanti; quello che appare come un arretramento delle posizioni del governo è solo un passo di danza concordato con chi sottoscrive.

Le risorse economiche sono incerte, il recupero delle risorse delle leggi speciali per alimentare il salario integrativo è proposto con un non meglio identificato risparmio delle amministrazioni, mentre il famoso 10% è recuperato in via teorica e ridistribuito con criteri meritocratici.

In una condizione del genere, in cui come non mai, il contratto è strumento di realizzazione di riforme penalizzanti, fermarsi solo al rinnovo contrattuale, separando l'analisi e la strategia di lotta contro la riforma della p.a. è, sicuramente, perdente.

Il ruolo delle RdB/CUB diventa sempre più centrale in una crescente e ritrovata opposizione sociale nel paese che, seppure con contraddizioni inevitabili, si pone sul terreno del conflitto di lunga durata, contro un modello sociale non condiviso.

 

La meta è importante perché è la molla che ti mette in viaggio, ma molto più interessante è quello che vivi durante il viaggio.

Insieme con le RdB/CUB, insieme con i lavoratori.