Protocollo su pensioni e welfare: la farsa di CGIL, CISL e UIL

Roma -

Dopo aver sottoscritto il peggiore accordo possibile su pensioni e precarietà, tradendo le aspettative e le richieste dei lavoratori e delle lavoratrici, CGIL, CISL e UIL si apprestano, ora, ad organizzare una "consultazione" per l'8, 9 e 10 ottobre prossimi.

Una consultazione che non ha alcun valore vincolante, il cui risultato è già deciso: legittimare, con una falsa prassi democratica, una intesa in cui hanno già vinto i banchieri, la confindustria, il governo e perso i lavoratori, i precari e i pensionati.

Assistiamo, quindi, all'ennesima consultazione truffa perché hanno già firmato e non cambierà proprio un bel niente.

Anzi, il protocollo era già stato inserito nello schema della legge finanziaria 2008 e stralciato all'ultimo minuto, solo per essere riproposto nel prossimo Consiglio dei Ministri previsto per il 12 ottobre 2007.

CGIL, CISL e UIL chiamano i lavoratori ad una consultazione senza neppure un minimo di regole e senza nessuna garanzia di correttezza persino formale.

Alle assemblee informative ci sono solo relatori per il sì all'accordo e chi "dice no", non potrà presentare le ragioni del proprio dissenso.

La consultazione non è aperta ai sindacati che sono contrari al protocollo governativo e, quindi, saranno presenti alle votazioni ed allo scrutinio delle schede soltanto coloro che hanno sottoscritto il 23 luglio 2007.

Le modalità di voto non sono uniformi e, in molte realtà, già si sta votando, per esempio, al termine delle assemblee.

Le sedi del voto saranno le più disparate e non esiste alcuna modalità di conservazione "asettica" delle urne.

Voteranno anche i pensionati che saranno chiamati in massa a dire sì, condizionati da un apparato sindacale che spaccia l'aumento di pochi euro mensili per un risultato positivo.

La campagna mediatica sui giornali e sulle televisioni, che ci perseguita da giorni, è unilaterale e dà per scontata la vittoria del sì. Anzi, Epifani avverte che se vincono i no, ci sarà la crisi di Governo, in barba all'indipendenza politica del sindacato......


Quindi, non contenti dei fischi ricevuti ieri a Mirafiori, CGIL, CISL e UIL si apprestano a "spiegare" anche ai lavoratori del MEF il protocollo da loro siglato con Prodi e Tommaso Padoa Schioppa (proprio quello che sta facendo carne da macello del MEF, dei suoi lavoratori e dell'intera pubblica amministrazione), lo scorso 23 luglio 2007.

Tenteranno di spiegare ai lavoratori (chi ci andrà?) che il protocollo su previdenza, lavoro e competitività è indispensabile per la crescita e il rilancio del paese.

 

Ma CGIL, CISL e UIL, dovranno spiegare anche, che:

  • lo scalone Maroni viene riconfermato, trasformandolo nel sistema degli scalini, e, in alcuni casi, viene addirittura peggiorato;
  • vengono introdotte 2 finestre di uscita anche per le pensioni di vecchiaia, costringendo le donne ad andare in pensione ben oltre i 60 anni;
  • si inficia il provvedimento di maggior favore nei confronti dei lavori usuranti, con il tetto di 5.000 pensionamenti l'anno, a fronte di una platea di 1.400.000 addetti (ciò significa che potrà fruirne non più di un lavoratore usurato su otto);
  • i coefficienti di trasformazione saranno ridotti dell'8% a partire dal 2010 e ulteriormente negli anni seguenti;
  • si mantiene tutto l'impianto della attuale precarietà e tutta la legge 30, mantenendo, cioè, quello che è stato definito il "supermercato" dei contratti di lavoro;
  • si legittima la ripetizione, senza limiti temporali, senza causali e senza tetti quantitativi, dei contratti a tempo determinato, peggiorando l'attuale legislazione;
  • si attua una gravissima decontribuzione delle ore di straordinario, producendo, nei fatti, ulteriori regali alle imprese, un innalzamento dell'orario di lavoro, nuovi ostacoli alla creazione di occupazione stabile e un nuovo danno alle casse dell'INPS;
  • si è rinunciato, ancora una volta, a separare la previdenza dall'assistenza (già prevista per legge), continuando a far gravare sull'INPS oneri impropri, continuando a regalare alla cassa previdenziale dei dirigenti d'azienda, fondi pagati dai lavoratori dipendenti;
  • si è definitivamente incassato, senza alcuna contropartita, l'aumento dello 0,30% dei contributi scattato da gennaio 2007 sulle nostre buste paga;
  • il coefficiente di calcolo delle pensioni non sarà più verificato e calcolato sulla base dell’equilibrio del fondo previdenziale (che sappiamo essere ancora oggi in attivo) ma sulla base di parametri esterni, come l’andamento demografico, l’andamento del PIL, e gli obiettivi di bilancio dello Stato. Così, ogni tre anni, un Ministro dell'Economia e delle Finanze farà qualche calcolo, verificherà l’andamento dei parametri sopra citati, calcolerà quale è il bisogno dello Stato per finanziare i suoi programmi di spesa per l’assistenza e, quindi, deciderà quanto la cassa previdenziale deve dare per sostenere queste spese. Conseguentemente, deciderà di quanto il coefficiente di calcolo delle pensioni deve essere abbassato per liberare le risorse che gli servono a fare altro. Tutto questo, automaticamente, cioè senza alcun obbligo di discussione con le parti sociali. Di fatto, quindi, con questo accordo, CGIL, CISL, UIL e UGL hanno cancellato il salario differito pensione. I lavoratori continueranno a versare i contributi che si pensa possano servire a pagarsi la pensione, ma su cui non hanno più alcun controllo;
  • tutto quello che di positivo viene detto esserci nell'accordo, non è certo elargito dal Governo come scambio per l'aumento dell'età pensionabile, ma sarà esigibile solo all'interno di un tetto di spesa non espandibile, comunque ricavato dai tagli realizzati sulle pensioni dei lavoratori.

Basta con la falsa democrazia e accordi negativi, riprendiamo la mobilitazione e partecipiamo alla Sciopero Generale indetto dal sindacato di base per il 9 novembre 2007, per respingere i contenuti del protocollo e rivendicare la ridistribuzione del reddito, il rilancio della previdenza pubblica, contro l'aumento dell'età pensionabile, per il diritto alla pensione con 35 anni di contributi, il calcolo per tutti al 2% annuo sulle ultime retribuzioni, la rivalutazione automatica legata al costo della vita e alla dinamica salariale, il recupero della perdita del potere d'acquisto, lavoro stabile e reddito per tutti con la completa cancellazione delle tipologie contrattuali previste dal pacchetto Treu e dalla legge 30, stabilendo la centralità del lavoro a tempo indeterminato come forma tipica del lavoro subordinato, sostegno al reddito per quanti si trovano privi di attività lavorativa o con un reddito inferiore a 8.000 euro e maggiori tutele per le lavoratrici.

 

NO ALLA FARSA DI CGIL, CISL e UIL

 

CONTRO IL PROTOCOLLO DEL 23 LUGLIO 2007

SCIOPERO GENERALE

9 NOVEMBRE 2007