Pubblico Impiego, USB sottoscrive il CCNQ sui comparti per garantire il rinnovo dei contratti, ma dice no all’ennesimo accordo contro i lavoratori in materia di Tfr e fondi pensione!
Dal Nazionale - USB ha confermato la propria adesione al Contratto Collettivo Nazionale Quadro per la definizione dei comparti e delle aree di contrattazione collettiva nazionale, come dichiarato nella nota a verbale consegnata all’Aran contestualmente alla sottoscrizione, “…unicamente allo scopo di garantire ai lavoratori pubblici, a legislazione vigente, l’avvio della stagione contrattuale, particolarmente urgente oltre che per la questione salariale, per definire in particolare la riforma degli ordinamenti professionali e la regolamentazione dello Smart working. USB ritiene parimenti importante ribadire, come già fatto al tavolo, l’esigenza di una revisione della norma che limita a quattro i comparti di contrattazione, realizzando un assetto rivelatosi disfunzionale rispetto ai comparti accorpati e svilente per molte professionalità del settore pubblico.”
È evidente che la norma di riduzione dei comparti di contrattazione voluta fortemente nel 2009 dall’attuale ministro Brunetta, nulla ha a che fare con la funzionalità dei comparti, rispondendo esclusivamente ad una volontà di “semplificare” il panorama sindacale, con l’esplicito consenso dei sindacati collaborazionisti che al tavolo sono arrivati a definire i quattro comparti come il “miglior assetto possibile”. Peraltro, la massificazione dei dipendenti pubblici realizzata con accorpamenti assolutamente artificiosi, va nel verso completamente opposto rispetto alla tanto sbandierata valorizzazione delle professionalità del settore pubblico che il ministro Brunetta usa evidentemente come carota mentre bastona i lavoratori attraverso le sue riforme. USB non intende mollare neanche di un centimetro e continuerà a battersi affinché si arrivi ad una rivisitazione del numero dei comparti che garantisca il meritato riconoscimento a tutti i lavoratori del Pubblico Impiego.
L’altro CCNQ era quello di proroga del termine per i dipendenti pubblici per richiedere la trasformazione del Trattamento di Fine Servizio (TFS) in Trattamento di Fine Rapporto (TFR) ai fini dell’adesione alla previdenza complementare.
In sostanza si rinnova la possibilità per i dipendenti pubblici che hanno ancora in godimento il Trattamento di Fine Servizio (TFS) di aderire al Trattamento di Fine Rapporto (TFR). Diciamo subito con chiarezza che il TFR è decisamente svantaggioso rispetto al TFS e la trasformazione serve esclusivamente a poter aderire ai fondi pensione complementari, anch’essi assolutamente controproducenti per i lavoratori. Questo accordo rientra nel più complessivo rilancio fondi pensione complementari (vedere la norma del silenzio assenso per i neoassunti) che il governo Draghi sta realizzando per accontentare Cgil Cisl e Uil che fanno parte dei consigli di amministrazione di quei fondi. Il tutto ignorando la volontà dei lavoratori che prima hanno deciso di tenersi il TFS (chi ha potuto, perché i nuovi assunti hanno di partenza il TFR) e poi hanno fatto fallire i fondi complementari, non aderendo.
Chiaramente USB non ha sottoscritto questo CCNQ rifiutandosi di firmare un accordo contro i lavoratori! Continueremo le nostre lotte per la difesa ed il rilancio della previdenza pubblica, contro chi ha scelto di smantellarla per trarne profitto e lucrare sulle pensioni dei lavoratori pubblici.