REGOLAMENTO MEF: tranquilli, si chiude !

Roma -

Si è svolto, ieri pomeriggio, l'incontro con l'on. Alberto Giorgetti, Sottosegretario di Stato al MEF con delega al personale, sul DPR 43/08 Regolamento di riorganizzazione del Ministero dell'Economia e delle Finanze.

L'appuntamento, come era del tutto ovvio, si è incentrato sulla sentenza del TAR per il Lazio n. 1402/09 che ha definito il ricorso n. 4864/08 proposto dalla CISL/FP.

Come è noto, la sentenza del Tribunale Amministrativo ha parzialmente accolto il ricorso, nei limiti indicati in motivazione, censurando le eccezioni proposte dall'Avvocatura dello Stato in relazione al difetto di legittimazione attiva e alla carenza di interesse dell'associazioni sindacali oltre ad annullare il regolamento di organizzazione, limitatamente alla parte relativa all'emanazione del successivo atto ministeriale, non regolamentare, per la determinazione degli uffici non dirigenziali e alle disposizioni contenute nel Capo IV (soppressione articolazioni periferiche).

Nel contempo, però, lo stesso Tribunale ha rigettato il primo motivo di ricorso concernente la richiesta di illegittimità del regolamento in quanto il Governo (PRODI) lo avrebbe adottato nonostante il voto di sfiducia delle Camere e le dimissioni dello stesso, autolimitandosi con la direttiva del 25 gennaio 2008; ha, altresì, edotto l'infondatezza della violazione dell'art. 1 comma 404 della legge n. 296 del 27 gennaio 2006 (Legge Finanziaria 2007) in merito alla mancata riduzione di uffici e di spese previste dalla stessa norma; infine, ha confermato la regolare partecipazione delle organizzazioni sindacali, ai sensi dell'art. 6 della legge n. 165/01, all'iter procedurale.

 

Qual è, quindi, la posizione dell'organo politico, la sua volontà dinanzi al pronunciamento del giudice amministrativo?

Semplice: ricorso al Consiglio di Stato avverso la sentenza ed emissione, entro 15 giorni, di un DPR con l'elenco dettagliato delle sedi periferiche da chiudere.

Oplà, il gioco è fatto.

 

A questo punto, quindi, la sentenza del TAR del Lazio, ampiamente rivendicata dalla CISL/FP, oltre ad essere funzionale al referente politico, produce una accelerazione impressionante dello "status" in cui, in realtà, stagnava il regolamento.

Tralasciamo, perché ad oggi del tutto evanescenti, le "garanzie" che il sottosegretario di stato ha elencato in relazione alla priorità di mantenere tutto il personale "soppresso" presso le altre articolazioni finanziarie dello stato o, in caso di impossibilità, presso altri enti.

Così come risulta risibile l'obiettivo di qualificare l'attività del personale, alla luce delle politiche sul personale messe in atto dalla compagine governativa (salari da fame, tagli ai fondi, compressione dei diritti, gogna all'opinione pubblica).

 

Un unico dato, invece, risulta essere chiaro: la continuità di questo governo con quello precedente sulla volontà di smantellare la pubblica amministrazione, colpire i lavoratori e gli utenti, disintegrare lo stato sociale, mercificare i servizi erogati consegnandoli ai pescecani di banche, imprese e assicurazioni.

L'assunzione di responsabilità politica del governo di centrodestra di completare l'opera incompiutà del Ministro Tommaso Padoa Schioppa trova fondamento e trasversalità nello stesso ed ormai famoso decreto legge 112.

Così come, il disegno di legge Brunetta, meglio conosciuto come la legge ANTIFANNULLONI (S847-B), liquidato ieri pomeriggio dal Senato, trova fondamento e trasversalità in quello presentato da Ichino, Treu, Nerozzi ed altri (S746).

 

La delegazione delle RdB/CUB MEF, presente all'incontro, ha ribadito la totale avversione al progetto di destrutturazione, denunciato la continuità trasversale nello smantellamento della pubblica amministrazione, chiesto precise e concrete garanzie per i lavoratori.

La parola, ora, passa anche ai lavoratori.

Occorre rispolverare il senso di appartenenza, la voglia di conflittualità, la capacità di reagire, per costruire un futuro sostenibile.

Siamo al bivio. Non c'è più tempo da perdere.