Report incontro con il nuovo Capo Dipartimento DAG e aggiornamento accordo PE(ggi)O

Roma -

Ieri, 10 dicembre 2024, si è tenuto un incontro con il neo nominato Capo dipartimento del Dipartimento Affari Generali e del Personale del MEF, ing. Fabrizio Curcio. La gradita convocazione arrivata alle Organizzazioni Sindacali è avvenuta poco dopo il suo insediamento al MEF e ha dato modo di fare le reciproche presentazioni. È stato quindi un incontro interlocutorio in cui USB, per ragioni di tempo e la natura dell'incontro stesso, ha evitato di affrontare tante tematiche che comunque avrà modo di portare all’attenzione del Capo Dipartimento con maggior dettaglio.

USB, nel corso del proprio intervento, ha voluto affrontare alcuni aspetti che ritiene importanti che il nuovo Capo dipartimento prenda subito in visione, ovvero:

- la situazione degli uffici periferici del MEF (Ragionerie Territoriali dello Stato e Corti di Giustizia Tributarie) che sono da anni in sofferenza per le dotazioni organiche di fatto continuamente falcidiate dai pensionamenti e ormai talmente ridotte al lumicino da poter mettere in crisi, in taluni casi, l’ordinaria attività istituzionale. Ciò che sta accadendo è il frutto di scelte del passato strategicamente sbagliate che hanno visto l’impiego dei nuovi assunti quasi esclusivamente nell’Amministrazione centrale a discapito degli uffici periferici e anche le recenti nuove assunzioni non possono essere considerate sufficienti e funzionali al recupero delle professionalità disperse negli anni e tali da poter mantenere i livelli di efficienza e di adeguatezza dei servizi forniti, soprattutto a fronte delle nuove competenze assegnate;

- le problematiche della piattaforma NoiPA con le gravissime ricadute sul lavoro delle RTS. Le disfunzioni del sistema NoiPA obbligano lavoratrici e lavoratori delle Ragionerie ad operare nella giornata di sabato per poter garantire le prestazioni all'utenza;

- l’ampliamento del lavoro agile inteso nella eccezione più ampia del termine e cioè telelavoro\co-working\smart-working. Queste nuove modalità di organizzazione del lavoro permetterebbero, infatti, una maggiore inclusione dei lavoratori con disabilità, più in in generale concilierebbero le necessità degli uffici ma anche il miglioramento dei tempi di lavoro e vita privata di tanti lavoratori e lavoratrici favorendone anche maggiore elasticità di assegnazione agli uffici del MEF e, non ultimo, un minore impatto ambientale nelle grandi città metropolitane.

- la maggiore attenzione possibile sul rispetto delle norme di legge, contrattuali e sulla coerente applicazione delle policy decise dal Dicastero. È inaccettabile un MEF dove vi sono lavoratori e lavoratrici di classe A e altri di B a causa di una parte della dirigenza che troppo spesso disattende, non considera o ancora male interpreta sia norme contrattuali (a mero titolo di esempio la concessione dei permessi compensativi, dei permessi personali, l’accesso e la fruizione del lavoro agile, modalità di valutazione della performance individuale, eccetera) che norme di legge soprattutto se a tutela di categorie deboli (es. permessi ex legge 104/92).

- la considerazione particolare che necessita la materia sicurezza dei posti di lavoro, perché riteniamo prioritario il reciproco riconoscimento di tutti i soggetti coinvolti sia di parte datoriale (Datore di lavoro, RSPP, Medico competente) che sindacale (RLS), il costante monitoraggio degli ambienti e l’adeguata formazione degli addetti alla sicurezza;

- il miglioramento delle relazioni sindacali. Il MEF, nel comparto Ministeri, vantava la tradizione di essere un punto avanzato per le relazioni sindacali. Tavoli come quelli ai quali stiamo partecipando ultimamente, nei quali si bada sempre meno alla democrazia e alla contrattazione, fanno tristemente pensare che vi sia un progressivo indebolimento di dette relazioni, se non addirittura un atteggiamento antisindacale. In tale contesto, USB esprime la profonda contrarietà al Contratto Integrativo che si è recentemente firmato al MEF. Un CCNI modesto e che distribuisce risorse di tutti i lavoratori e di tutte le lavoratrici per pagare l'organizzazione che il MEF si vuole dare. Un contratto integrativo Palazzo-centrico che è soltanto un motivo di divisione e di attrito ulteriore tra colleghi. Per questo chiediamo l’impegno a cercare risorse finanziarie fresche in modo da non gravare più sul Fondo risorse decentrate (FRD).

Il Capo dipartimento si è dimostrato molto attento alle nostre richieste a cui ha fatto seguire, nella replica di chiusura, più volte rassicurazione di un intervento per rimuovere le problematiche segnalate da USB. In particolare le discrasie nel trattamento del personale degli uffici centrali rispetto a quelli delle sedi periferiche, le problematiche di NoiPA e l’attenzione da dare al lavoro agile che potrebbe essere la chiave di volta per riuscire a coprire le esigenze di personale anche delle sedi, per così dire, meno appetibili.

Nell’augurare buon lavoro al Capo Dipartimento, ing. Fabrizio Curcio, auspichiamo che questo incontro sia soltanto una prima occasione di confronto che, ci auguriamo, possa trovare continuità nell’immediato futuro stanti le molteplici problematiche che abbiamo portato alla sua attenzione.

A margine dell’incontro si sono trattenute con l’Amministrazione le sole Organizzazioni sindacali delle Aree per un passaggio riguardante l’ipotesi d’accordo sui passaggi economici orizzontali (PEO). L’accordo in questione è infatti stato registrato dagli Organi di controllo a condizione che vengano apportate due modifiche.

La Funzione pubblica ha infatti richiesto:

A) che la valutazione della performance degli ultimi tre anni pari a 0 non ottenga alcun punteggio minimo (nell’ipotesi per i punteggi ricompresi nella fascia da 0 a 30 si prevedeva il riconoscimento di un punteggio pari a 25). Dovrà essere invece assegnato zero.

B) che in caso di ex aequo per determinare la graduatoria finale non si potrà tenere conto dell'anzianità anagrafica (era questa l’ultimo di 5 criteri!), perchè tale criterio non era ad avviso della Funzione pubblica legato al merito.

USB ritiene le modifiche richieste come la prova plastica che la Funzione pubblica ancora una volta sminuisce il ruolo dei tavoli negoziali ed entra a gamba tesa negli accordi togliendo qualsiasi riferimento che si possa voler dare a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici. Con lo ZERO Funzione Pubblica si prende la responsabilità politica di dare piena applicazione, a 15 anni di distanza, alla riforma Brunetta confermando i dettami contenuti nel decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 "Attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni".

A giudizio di USB le ipotesi di accordo dovrebbero essere sottoposte al controllo degli Organi di verifica esclusivamente per certificarne il rispetto delle norme contrattuali, di legge e la corretta copertura finanziaria.

Al tavolo è stata messa la firma definitiva solo da parte di CGIL e Intesa all'accordo così modificato. Le altre OOSS, che avevano sottoscritto l'ipotesi, si sono riservate di firmare successivamente e hanno preso del tempo per un confronto interno riserva che hanno sciolto in queste ore.

USB conferma il giudizio negativo sull’accordo che non sottoscriverà e dissente fermamente dalle osservazioni mosse e dalle modifiche richieste.

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