RICOLLOCAZIONE DST VIA CASILINA: Occorre riempire La Rustica con un po' di vittime sacrificali…
Questo, in sintesi, è quello che è emerso dall’informativa che il Cons. Luigi Ferrara ha dato ieri alle Organizzazioni Sindacali convocate, sottolineando la necessità di riempire quella struttura per giustificarne il mantenimento e le ingenti spese di gestione. Occorre risparmiare sui fitti passivi, poco importa che si sprechino risorse in altro modo: cattiva gestione del patrimonio pubblico, crescenti consulenze esterne, operazioni che non portano alcun risparmio come il trasferimento di parte del Dipartimento delle Finanze per il quale è stato liberato un pezzo consistente del quarto piano del “Palazzone” (165 postazioni per degli uffici che hanno già la loro sede naturale a via dei Normanni).
La USB MEF è stata presente all’incontro con una folta delegazione, lasciando protagonisti i propri eletti nella R.S.U. della D.S.T., organismo, colpevolmente, non convocato al tavolo, ma presente in quanto i componenti sono intervenuti come delegati delle proprie sigle sindacali.
Nella fase iniziale i rappresentanti R.S.U., eletti nelle liste USB, hanno chiesto al Cons. Ferrara se la Sogei stia pagando un affitto al MEF per l’utilizzo dello stabile di via A. Soldati e quanto denaro pubblico viene speso, ogni anno, per detta struttura. Le risposte sono state evasive e contraddittorie. L’amministrazione è stata poi incalzata sui danni all’utenza e ai lavoratori che tale trasferimento comporta, considerate le particolari tipologie di lavoro svolto e l’età media del personale in servizio nella D.S.T., nonché sul disagio causato dall’ubicazione della sede scelta e dalla mancanza di collegamenti con mezzi pubblici sicuri e veloci, ricordando i bisogni particolari dell’utenza, particolarmente debole, che a questi servizi ricorre.
E’ stato imputato, inoltre, all’amministrazione la mancanza di volontà nel trovare sedi alternative a quella di via Soldati (la Rustica), cosa che la R.S.U., dobbiamo dire, ha invece fatto aprendo semplicemente il sito dell’Agenzia del Demanio e ragionando anche su una divisione in due poli della Direzione: uno sanitario, che potrebbe essere ricollocato presso la sede della Commissione Medica di Verifica in Via di Villa Fonseca (avente disponibilità di posti ma non sufficienti per tutti i lavoratori della D.S.T.), e l’altro amministrativo, che potrebbe trovare collocazione nei locali di Via XX Settembre attraverso una ottimizzazione degli spazi e l’eliminazione di numerose doppie postazioni.
Tutto il tavolo negoziale ha comunque manifestato la propria contrarietà a questo trasferimento scellerato che porterà gravi danni all’utenza, ai lavoratori e soprattutto alla qualità e alla quantità di lavoro svolto.
Il tentativo di risposta dell’amministrazione in merito alla ricerca di idonei locali per il trasferimento dei lavoratori di via Casilina è stato debole e contradditorio, dal momento che la stessa non è a conoscenza neanche del numero esatto di dipendenti che vorrebbe trasferire e sta focalizzando nella cosiddetta sede alternativa numeri esagerati e non rispondenti al reale fabbisogno. In questo modo risulterà difficile trovare, da parte del Demanio, sedi adeguate diverse da quella della Rustica.
Il Cons. Ferrara si è congedato asserendo di dover valutare a fondo le problematiche esposte dai presenti e le proposte fatte, dando appuntamento per un nuovo incontro a breve termine.
La USB MEF, nel garantire il completo appoggio e sostegno ai lavoratori e alla R.S.U. della D.S.T. su tutte le iniziative di lotta che verranno intraprese, incalzerà l’Amministrazione con ogni mezzo per riportare il confronto nei termini di civiltà e di decenza.
Le deportazioni, oltretutto giustificate da effimeri e finti risparmi di gestione, non saranno ammesse. Le lavoratrici e i lavoratori non possono essere gli strumenti per raggiungere obiettivi cinici e solo di immagine. La norma di riferimento per la razionalizzazione degli immobili assegna l’obiettivo del dimezzamento delle spese (2014) per fitti passivi da realizzarsi entro il 2016 ma lascia alle singole amministrazioni la libertà di scegliere come realizzarlo. Il Cons. Ferrara ed il suo pool di collaboratori, ineccepibili paladini della spending review, hanno quindi deliberatamente deciso, magari pensando esclusivamente alla propria carriera, di far pagare le misure di risparmio ai lavoratori e all’utenza in condizioni di estrema fragilità. Il lavoro pubblico dovrebbe, al contrario, essere orientato alla erogazioni di servizi per la collettività efficaci ed efficienti.
La dignità dei lavoratori e la qualità del welfare per noi valgono molto di più dei giochetti di Palazzo.