SALARIO ACCESSORIO A CHE PUNTO SIAMO?

Roma -

Roma, 24 febbraio 2020 - È stato sottoscritto nei giorni scorsi l’accordo di ripartizione delle risorse relative al CUT 2018. Un primo tassello dei due mancanti (CUT e Comma 165), quindi, va al proprio posto ma, visto l’accordo, non c’è granché di cui rallegrarsi.

La posizione della USB MEF sul CUT è stata chiara fin dalla sua introduzione. Questa Organizzazione Sindacale ha sempre sostenuto che accordi di ripartizione come quello sul CUT facciano parte di una precisa strategia dell’amministrazione che punta a dividere i lavoratori sull'erogazione del salario accessorio. L’attuale schema di accordo, infatti, è profondamente iniquo ma sicuramente non è l’unico possibile. La USB ha più volte proposto, inascoltata, di procedere ad una ripartizione che, pur rispettando lo spirito della norma ma sfruttandone alcuni passaggi, assicuri risorse a tutte le Commissioni tributarie con una gradazione dei compensi (in base alla dimensione e produttività degli uffici) ed un surplus per le Commissioni virtuose.

Per l’anno 2017 finalmente la situazione sembrava essersi risolta e tutte le Commissioni Tributarie erano rientrate tra le c.d. “virtuose” grazie anche ad un’interpretazione più favorevole, da parte del CPGT, della norma che prevede il raggiungimento dell’obiettivo dell’abbattimento del 10% dei ricorsi pendenti al 31/12 dell’anno precedente a quello di riferimento. E tutti ricordiamo gli annunci trionfalistici che sostenevano che i criteri adottati dal CPGT per l’anno 2017 sarebbero diventati sistematici e ricorrenti e avrebbero compensato le distorsioni derivanti da un’applicazione pedissequa della norma.

Tutto risolto, quindi!!

E invece no. Perché, come è ben desumile dalla delibera del CPGT per il CUT anno 2018, quattro Commissioni Tributarie non percepiranno il compenso perché risultate non virtuose. Un vero e proprio ritorno al passato, quindi, che vede l’esclusione di uffici dalla distribuzione delle risorse in base ad un’interpretazione restrittiva, imposta dall'Amministrazione,  di una norma illogica ed iniqua. E come se tutto questo non bastasse, nonostante l’accesso alle risorse del CUT sia, come abbiamo detto, “iperselezionato”, l’Amministrazione del MEF e i sindacati complici hanno pensato bene di applicare a detto compenso i criteri dell’assiduità partecipativa già utilizzati per il FRD 2018 che penalizzano le categorie di lavoratori più deboli.

Di fonte a questo vero e proprio scempio, a poco valgono le solite affermazioni dei firmatari che si richiamano al senso di responsabilità e alla necessità di erogare le risorse in tempi brevi. Ancora una volta si è sottoscritto un accordo a perdere sulla pelle dei lavoratori, appiattendosi completamente sulle volontà della delegazione di parte pubblica e rinunciando aprioristicamente a determinare condizioni più favorevoli. Una costante ed un esempio di coerenza, si potrebbe dire, visti i risultati di queste OO.SS. al tavolo di contrattazione del MEF negli ultimi due anni.

Sul fronte, invece, delle risorse relative al Comma 165 (o cartolarizzazione) qualcosa sembra muoversi anche grazie alle pressioni esercitate dalla USB MEF. Risulta a questa Organizzazione Sindacale, infatti, che il DM di stanziamento delle risorse anno 2018 sia stato finalmente firmato dal Ministro Gualtieri e che sia stato inviato alla Corte dei Conti per la registrazione. Ma mentre l’Agenzia delle Entrate già conosce lo stanziamento delle risorse ad essa destinato, l’Amministrazione del MEF sta procedendo a ripartire le risorse tra i vari Dipartimenti. Il tutto con molta calma, come se non si fosse in ritardo di mesi rispetto ai tempi previsti per l’erogazione di questi compensi a tutti i  lavoratori del nostro dicastero.

D'altronde, e la USB lo aveva detto in tempi non sospetti, questo è il nuovo corso del salario accessorio al MEF. È di tutta evidenza, infatti, che il previgente impianto che assicurava una distribuzione più o meno generalizzata delle risorse a tutti i lavoratori sia stato smantellato per essere sostituito da un sistema combinato di compensi, costruito ad arte da Amministrazione e sindacati amici con accordi sindacali ad hoc (sempre con grande senso di responsabilità), quali prelex, posizioni organizzative, incarichi di responsabilità ed una giungla di posizioni indennitarie. Ciò consente all’Amministrazione del MEF di remunerare, con regolarità, una schiera di figure professionali considerate più funzionali al proprio progetto (la c.d. catena di comando) assicurandosene la fidelizzazione mentre i tempi di erogazione del “salario dei peones”, ormai considerato un vero e proprio obolo da distribuire alla massa, possono dilatarsi all'infinito. 

La USB sostiene da sempre che il salario accessorio, con tempi di erogazione certi e ricorrenti, sia un diritto e se  non avrà a breve segnali ben precisi in tal senso chiamerà alla mobilitazione i lavoratori del MEF.