Siamo alla “24 ore” ma non è Le Mans

Roma -

USB è seriamente preoccupata di come stia trovando applicazione la nuova direttiva in materia di misurazione e valutazione della performance dei dipendenti pubblici emanata lo scorso 28 novembre 2023 dal Ministro per la pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo. La finalità della direttiva sarebbe quella di attuare una strategia di valorizzazione del merito nel contesto organizzativo.

Tuttavia, sebbene, nel documento si puntualizzi come sia importante avere dei sistemi di misurazione che non tengano soltanto conto della performance individuale, ma anche di quella dell’organizzazione nel suo complesso, andando a stringere il “diritto alla formazione” diventa un “dovere” e quindi tutto il personale verrà necessariamente valutato includendo la partecipazione ai corsi come parte della valutazione individuale e pesando sulla corresponsione dei premi. Inoltre, il raggiungimento degli obiettivi formativi avrà un impatto sulla progressione professionale all’interno e tra le diverse Aree e qualifiche.  

Come specificato nel documento, qualsiasi sistema di valutazione della performance vuole essere la “bussola” dei dirigenti verso la valorizzazione delle persone delle pubbliche amministrazioni nel loro contesto organizzativo. Ai dirigenti, infatti, è affidato il compito di promuovere percorsi per l’accrescimento delle competenze del personale. La promozione della formazione diventa anche un obiettivo per la valutazione della performance dei dirigenti. 

È, quindi, diventato fondamentale per la dirigenza stabilire priorità formative… cosa che fino a pochi mesi fa era di scarso interesse ai fini di chi dirige gli Uffici tant’è che, colpa anche la carenza degli organici, era sempre stata vista come una perdita di tempo da passare in subordine, se non da eludere o peggio disincentivare!

Nel mentre, il Dipartimento della Funzione Pubblica ha già lanciato la piattaforma Syllabus per la formazione digitale dei dipendenti pubblici (che nelle intenzioni dovrebbe consentire ai dipendenti di valutare le proprie competenze digitali e accedere a corsi online per migliorare il proprio livello) ma la formazione sarà offerta anche dalla Scuola Nazionale per la Pubblica Amministrazione (SNA), da Formez Pa e attraverso corsi erogati da altre piattaforme. Infatti, la direttiva impone alle amministrazioni di registrarsi sulla piattaforma entro il prossimo 30 giugno e di erogare attività di formazione digitale ad almeno il 30% del personale entro sei mesi dall’iscrizione.

Così al MEF in questi giorni il termine “formazione” è sulla bocca di tutti, peccato che il modo di approcciarsi all’obbiettivo sia come sempre lasciato alle libere interpretazioni dei dirigenti degli uffici, anche in controtendenza con le circolari diramate dai propri Dipartimenti. Tant’è che alcune lavoratrici e lavoratori, con il fine di garantire il raggiungimento dell’obiettivo formativo prefissato, sono già stati chiamati dai propri dirigenti a rendicontare la formazione del primo trimestre 2024 e prevedere le iniziative formative di prossima attivazione e di loro interesse. Altri, invece, non ne sanno nulla o ne hanno solo sentito parlare.

Parte così l’epopea della 24 ore… di formazione!

Di questa rivoluzione, l’Amministrazione ne ha trattato a volo d’uccello con le OO.SS. durante una riunione convocata per tutt’altra materia.

USB ritiene che sia una partita troppo importante perché la si possa lasciare all’iniziativa dell’Amministrazione del MEF. Se davvero si vuole mettere la formazione al centro delle politiche di governance, vanno affrontate prioritariamente alcune questioni: le regole del gioco devono essere chiare ed uguali per tutti perché si va ad incidere sul salario accessorio dei lavoratori e delle lavoratrici nonché sulle loro aspettative di progressione economica e di carriera.

USB ha chiesto la convocazione urgente di un tavolo per il confronto con le OOSS su questo tema (in allegato la nota).

Vi terremo aggiornati sugli sviluppi.

USB P.I. MEF