SIGNORSÌ SIGNOR SIAP

Roma -

Mentre tutti si preoccupano di far recuperare ai lavoratori la giornata di permesso per neve “senza alcun disturbo per il manovratore”, continuano a pervenire alla USB PI MEF numerose segnalazioni riguardanti il sistema di rilevazione delle presenze SIAP.

Accade, infatti, che i lavoratori il cui profilo orario vada oltre le 6 ore lavorative si vedono decurtati 30 minuti di pausa pranzo (giustamente senza corresponsione del buono pasto) anche se la prestazione lavorativa risulta inferiore alle 6 ore ma viene resa nell’intervallo temporale in cui potrebbe essere fruita la pausa pranzo.

Per essere chiari, prendiamo ad esempio un lavoratore con profilo orario 8:00 – 15:42 che inizia la propria prestazione lavorativa alle ore 10:00 usufruendo di 2 ore di permesso personale in entrata:

ore 8:00-10:00: permesso personale

ore 10:00-15:42: prestazione lavorativa

TOTALE ORE LAVORATE: 5 ore e 42 minuti

TOTALE ORE LAVORATE PER SIAP: 5 ore e 12 minuti + 30 minuti di pausa pranzo.

Analoga simulazione può ovviamente essere elaborata per il profilo orario 8:00 – 16:30 (ad esempio con 3 ore di permesso in entrata) o per il profilo 8:00 – 17:30 (ad esempio con 4 ore di art. 32 o 35 in entrata) ferme restando anche tutte le possibili combinazioni di permessi e flessibilità in entrata ed in uscita.

Al riguardo, l’art. 23 comma 1 del CCNL Funzioni Centrali (che ha comunque mutuato il precedente CCNL comparto Ministeri) non lascia dubbi ad interpretazione alcuna: “Qualora la prestazione di lavoro giornaliera ecceda le sei ore, il personale, purché non in turno, ha diritto a beneficiare di una pausa di almeno 30 minuti al fine del recupero delle energie psicofisiche e della eventuale consumazione del pasto, secondo la disciplina di cui all’art. 86 del presente contratto”.

Nonostante ciò, lo scenario al MEF è sconfortante. Gli operatori Siap, esposti alle proteste dei colleghi, non hanno possibilità di modificare gli automatismi del sistema e i lavoratori, in alcuni casi, modificano la scelta del proprio profilo orario nella speranza di limitare i danni. Su tutti aleggia però il fantomatico Signor Siap, un’entità astratta che ormai da tempo analizza in modalità random i cartellini mensili dei lavoratori del MEF segnalando puntigliosamente squadrature, profili orari anomali e tutto ciò che non ritiene conforme. Guarda caso, però, il Signor Siap sembra non essersi mai imbattuto nelle anomalie riguardanti l’automatismo sulla pausa pranzo inserito di default a sistema… ma può essere possibile? Oppure il Signor Siap, novello censore dei cartellini mensili altrui, ritiene di poter derogare alle norme contrattuali vigenti imponendo autonomamente la pausa pranzo anche ai lavoratori che non la richiedono perché consapevoli di non averne maturato il diritto?  

La USB PI MEF, alla luce di quanto sopra descritto, ha inviato in data odierna all’amministrazione del MEF una nota con la quale si richiede di porre rimedio a questa incresciosa vicenda e la restituzione ai lavoratori interessati dei periodi orari indebitamente trattenuti.

Siamo certi che sarà un lavoro difficile e complicato ma magari il Signor Siap saprà finalmente rendersi utile…