Soldi alle banche, soldi alle imprese, e a noi ?
Ormai tutti dicono, a cominciare dai guru dell’economia internazionale, che la crisi finanziaria è divenuta una crisi sistemica del capitalismo, che nulla sarà come prima, che bisognerà fare (ancora) sacrifici per salvare l’economia.
Poiché la drammatizzazione non viene certo fatta da estremistici esponenti del sindacalismo di base, è bene che i lavoratori comincino a capire meglio quali effetti avrà la crisi attuale nei prossimi anni sulle nostre buste paga e sulle nostre condizioni di vita.
I DATI DELLA CRISI FINANZIARIA
Forse non ce ne siamo accorti ma le crisi di carattere finanziario si susseguono nel mondo da circa dieci anni; il carattere di eccezionalità di quella attuale è che, a differenza di quelle precedenti manifestatesi nei paesi periferici, parte dal cuore del sistema capitalista cioè dagli Stati Uniti. L’occasione è quella degli ormai famosi mutui subprime e dell’esplosione della bolla immobiliare ma il reale motivo di fondo è che le famiglie americane non hanno redditi tali da potersi permettere l’acquisto della casa facendo emergere la crisi della classe media. Per farlo sono costrette ad indebitarsi con le banche e la loro conseguente insolvenza ha messo in moto una slavina finanziaria che sta travolgendo un paese che ha vissuto per decenni ben oltre le proprie capacità di produzione di ricchezza. La slavina però non colpisce solo le istituzioni bancarie Statunitensi ma travolge l’intero sistema finanziario a cominciare dalle banche e fondi europei che avevano investito in titoli “immondizia”, cioè in crediti senza possibilità di recupero, seguendo la via della speculazione finanziaria. Quello che è successivamente accaduto è sotto gli occhi di tutti con banche e con assicurazioni che falliscono, con borse sull’orlo del collasso, con la recessione che riguarda anche il nostro paese e che è stata annunciata dal presidente della Banca d’Italia Draghi.
VIVA LO STATO !!!
Bisogna dire però che questa crisi finanziaria ha realizzato un vero miracolo, infatti fino a ieri ci dicevano, da destra e da sinistra, che ci doveva essere meno Stato e più mercato e che per questo bisognava essere competitivi ed abbassare i salari, che i pubblici dipendenti dovevano rispettare per gli aumenti i tetti di inflazione programmata, che bisogna privatizzare ed esternalizzare i servizi pubblici per avere più efficienza, che il precariato era una necessità in un sistema economico flessibilizzato. Insomma in questi ultimi venti anni hanno detto di tutto e di più per dimostrare che
IL MERCATO ERA L’UNICO DIO IN TERRA.
Oggi, al contrario, ci dicono che lo Stato deve salvare le Banche private ed i fondi pensione privati; il nostro beneamato presidente del consiglio va oltre, essendo più realista del Re, ed estende gli aiuti finanziari anche alle grandi imprese (ma questo governo non difendeva le piccole imprese?) a cominciare alla FIAT, ma questa però non è una grande novità. D’altra parte avevano già salvato nelle settimane scorse un gruppo di finanzieri ed industriali isognosi raggruppatisi nella CAI ai quali è stata regalata l’Alitalia ed il suo enorme capitale pubblico. Come il ministro Tremonti ha dato una mano ai petrolieri on l’introduzione della “Robin Tax” che ha fornito loro un motivo per aumentare il prezzo della benzina mentre quello del petrolio diminuiva.
LA RISPOSTA È SEMPLICE: LI PRENDONO DIRETTAMENTE DA NOI
BILANCIO STATALE, PRODI, BERLUSCONI E I PUBBLICI DIPENDENTI
Berlusconi in campagna elettorale ha detto che avrebbe abbassato le tasse e dopo ha annunciato che questo era un obiettivo di legislatura. Nel frattempo aumentano le imposte locali e quelle indirette. I tagli indiscriminati al bilancio dello Stato, quelli incredibili alla scuola, alla formazione e agli altri servizi sociali, l’introduzione dei ticket sanitari sono i modi per rastrellare risorse. Ma queste stesse scelte sono state fatte anche dal governo precedente che si è caratterizzato per le privatizzazioni, i tagli sistematici del bilancio e da accordi con i compiacenti sindacati confederali che hanno ceduto sui salari nei contratti e sul famigerato memorandum sulla PA firmato nel marzo del 2007. Ed ora, infine, tocca a noi pubblici dipendenti, gli ormai famigerati
FANNULLONI
Vedere la infame campagna che è stata fatta in questi mesi contro i pubblici dipendenti alla luce di quello che oggi sta accadendo ci aiuta a dare la giusta interpretazione di una vergognosa operazione di disinformazione. La propaganda sui fannulloni iniziata dal Prof. (?) Ichino, legato politicamente al PD, e ripresa al ministro Brunetta non è finalizzata ad eliminare gli sprechi, a punire chi non lavora, a contenere il deficit pubblico ma a dare i soldi a chi campa sulla spesa pubblica cioè a Banche ed Imprese; in questi anni ci hanno rappresentato semplicemente una realtà capovolta.
IL “CONTRIBUTO” DI NOI FANNULLONI ALLA FINANZA E ALLA GRANDE IMPRESA
1) Riduzione della retribuzione (viene corrisposto il solo trattamento economico fondamentale) durante i primi 10 giorni di malattia e per ogni evento di malattia.
2) Restringimento dei soggetti titolati nella famiglia ad usufruire dei permessi previsti dalla Legge 104 per l’assistenza a familiari disabili gravi.
3) Riduzione del 10% delle risorse per la contrattazione integrativa (quella di Ente o Amministrazione) già bloccate al 2004.
4) Riduzione del 10% degli Uffici di tutti gli Enti e le Amministrazioni con la conseguenza dell’attivazione della mobilità prima concordata e poi forzata.
5) Rideterminazione della Pianta organica sulla base delle risorse; cioè la spesa complessiva derivante dal personale in servizio dovrà essere ridotta del 10 % con la conseguente drastica riduzione delle possibilità di avanzamento professionale sia orizzontale che verticale.
6) La stagione per il rinnovo dei contratti pubblici si apre all’insegna dei sussidi di povertà. A fronte di un’inflazione “ufficiale” (dati Istat) per il 2008 intorno al 4% il governo concede il pagamento della indennità di vacanza contrattuale di 8 euro lordi medi per il 2008 e ulteriori 60 euro, sempre lordi medi, per il 2009 per un recupero totale del 3,07% dello stipendio.
7) Nel frattempo il governo con il decreto legge 112, convertito con legge 133/08, opera il taglio del salario accessorio per i comparti ministeri, agenzie fiscali e parastato che comportano una pesante decurtazione da 80 a 500 euro mensili procapite a secondo delle amministrazioni, salvo la promessa di Pinocchio contenuta nel protocollo siglato lo scorso 23 ottobre 2008.
8) Enti Locali: riduzione delle spese per il personale attraverso la riduzione delle risorse per i Contratti Integrativi.
9) Precariato: cancellazione di ogni prospettiva di stabilizzazione dei lavoratori precari. Il Governo ha introdotto una nuova norma che consente la permanenza in servizio di tutti i precari a tempo determinato della P.A. fino al 30 Giugno 2009 al di là della scadenza indicata dai contratti in essere.
9) Università: trasformazione in Fondazione delle Università Pubbliche, con la conseguenza che i dipendenti non saranno più pubblici dipendenti.
10) Dai Decreti di “decentramento amministrativo” di Bassanini, alla chiusura di 80 Uffici Provinciali del Ministero dell’Economia con un Decreto del governo Prodi, al Piano Industriale per la Pubblica Amministrazione è in atto un vero e proprio smantellamento che sta operando una devastazione del servizio pubblico statale con l’unico scopo di rastrellare tutte le risorse possibili deprimendo le economie locali.
E L’ELENCO POTREBBE CONTINUARE !!!
CGIL, CISL, UIL… E UGL
Attaccare questi sindacati è un po’ sparare sulla Croce Rossa in quanto ne hanno fatte talmente tante sulle spalle dei lavoratori che farne un elenco è impossibile e quasi inutile. Appoggio alla riduzione dei redditi reali, sostegno ai tagli alla spesa sociale ed alle privatizzazioni, controllo sociale sui lavoratori, partecipazione al sistema di potere economico (quanti sindacalisti sono poi divenuti dirigenti di gruppi industriali e finanziari?), copertura politica alle manovre economiche dei diversi governi. Certo talvolta si dividono. Se al governo c’è Berlusconi la CISL e la UIL si rendono subito disponibili a tutto, mentre la CGIL mima una opposizione di maniera come si è visto nella vicenda Alitalia dove, dopo alcune giravolte, ha sottoscritto l’accordo che porterà a diecimila licenziamenti. Con Prodi, invece, hanno sempre ritrovato una certa unità a spese dei lavoratori. Poi c’è l’ultima arrivata, l’UGL, che ha una rappresentanza scarsa del mondo del lavoro ma che con i governi di destra acquista una gratuita visibilità sproporzionata.
IN SINTESI, QUELLO CHE STA AVVENENDO E’ UN GRANDE TRASFERIMENTO DI RICCHEZZA DAL LAVORO DIPENDENTE AL GRANDE CAPITALE NAZIONALE ED INTERNAZIONALE CHE, IN QUESTI ANNI, HA LIMITATO I CONSUMI RIDUCENDO I REDDITI REALI E CREANDO LE CONDIZIONI PER L’ESPLOSIONE DELLA CRISI ATTUALE
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ORGANIZZATI CON LA RdB/CUB PUBBLICO IMPIEGO
ADERISCI ALLE RdB/CUB
Si impone, con sempre più forza, la necessità di un movimento sindacale indipendente.
La RdB/CUB da decenni rappresenta e organizza questa necessità obiettiva del mondo del lavoro.
L’adesione massiccia allo sciopero generale del 17 ottobre 2008 e la riuscita manifestazione nazionale a cui hanno partecipato 500.000 persone, dimostra che i lavoratori non credono più alle favole che racconta il governo né in CGIL, CISL, UIL che, al di là dei loro “conflitti di interesse”, sono ridotte ad essere solo le cinghie di trasmissione dei partiti.