Sporchi negri

Roma -

Negri di merda. Sporchi negri vi ammazziamo.

Mentre urlavano queste parole, padre e figlio, gestori di un bar, hanno ucciso a sprangate, nella notte tra sabato e domenica, Abdul Guibre, di 19 anni, originario del Burkina Faso, milanese e cittadino italiano.

Abdul veniva da lontano.

È venuto in Italia ed è stato ucciso.

Qualcuno dirà che è stato ucciso perché sospettato di aver rubato qualche biscotto.

No.

Abdul è stato ucciso perché aveva la pelle nera.

Una aggressione omicida razzista che dimostra, e conferma, la deriva sociale che sta attraversando, da tempo, il nostro paese.

Ai problemi derivanti dall’immigrazione, gestita con norme legislative che creano disagio sociale, clandestinità e assenza di diritti, si stanno sommando le campagne politiche xenofobe e razziste, che da anni soffiano sul fuoco dell'intolleranza e della discriminazione e che autorizzano una folle giustizia "fai da te", dove è legittimo uccidere per il sospetto di aver rubato un pacco di biscotti.

Una politica inguardabile, disposta a stravolgere la storia, a rinnegare le radici antifasciste del nostro paese, a tentare impossibili e vergognosi "distingui", legittimando le violenze che si stanno verificando in varie città italiane.

A questo scenario, si aggiunge la crisi sociale ed economica crescente, crisi che sta fomentando paure e insicurezze, che trovano in chiunque sia diverso, nell’immigrato (poco importa se regolare, irregolare o cittadino italiano) un nemico, un responsabile, un pericolo da eliminare.
Non si tratta di un processo spontaneo, ma di una precisa volontà politica di questo Governo che, non volendo dare risposte concrete all’immiserimento di interi settori popolari, cerca di recuperare consensi giocando sull’intolleranza e sulle paure, con una politica fatta di decreti sicurezza, disegni di legge anti-degrado e nuovi poteri repressivi estesi anche ai sindaci-sceriffo. 
Ma i problemi reali restano, come restano sull’asfalto le macchie di sangue di Abdul.


Alla famiglia, ai suoi amici e cari, esprimiamo la nostra commossa vicinanza e solidarietà, mentre non smettiamo di lottare e rivendicare diritti e dignità per tutti i migranti.

 

Facciamo sentire forte la voce di chi ripudia la violenza, con la pace nel cuore e la luce nella ragione, non volgiamo lo sguardo dall'altra parte.

Solo così, potremo accompagnare Abdul.