USB chiama con urgenza alla mobilitazione per dire: No alla finanza di guerra, soldi allo stato sociale! Rottura immediata dei rapporti con Israele

28 ottobre ore 14.00 presidio al MEF Roma - via XX Settembre, 97

 

Roma -

Apprendiamo con profonda preoccupazione che il Ministero dell'economia e delle finanze il prossimo 28 ottobre ospita il think tank Bruegel con l'obiettivo esplicito di individuare nuovi strumenti UE per il finanziamento dell'Industria della guerra.

Cos'è Bruegel?

Bruegel è uno dei più importanti gruppi di riflessione (think tank) economico-politici internazionali con sede a Bruxelles. È sostenuto e finanziato anche da diversi Governi di Stati membri dell'UE, inclusa l'Italia (tramite il Dipartimento del Tesoro del MEF), e da importanti aziende private. L'incontro presso il MEF svela un intento allarmante: utilizzare questa importante organizzazione internazionale per spingere l'agenda del riarmo, elaborando proposte concrete per finanziare il complesso industriale-militare a livello comunitario, a scapito delle esigenze sociali.

Questo dirottamento di risorse risulta ancora più inaccettabile alla luce delle prime anticipazioni sulla prossima Legge di Bilancio. Tali anticipazioni mettono in evidenza come gli interventi previsti per il sostegno ai salari e ai redditi (quali la detassazione del salario accessorio, i fringe benefit e il parziale blocco all'innalzamento dell'età pensionabile) siano del tutto insufficienti.

Denunciamo che la gran parte di questi interventi non riguarda in alcun modo le lavoratrici e i lavoratori del Pubblico Impiego e non garantisce una vera ripresa del potere d'acquisto per nessuno. Mentre si cercano miliardi per le armi, il Governo continua a ignorare il dramma dei bassi salari e dei rinnovi contrattuali irrisori o bloccati.

I due miliardi previsti nella Lege di bilancio per rafforzare i bassi salari porterebbero al ridicolo e offensivo aumento di 10 euro al mese per i lavoratori dipendenti.

Si tratta di un passo inaccettabile verso una economia di guerra a spese dei cittadini, mentre lo Stato Sociale e i salari sono in ginocchio. Come lavoratrici e lavoratori, non possiamo accettare che le nostre tasse e le risorse pubbliche vengano drenate per alimentare conflitti e la macchina bellica.

Per questo, chiediamo con forza e immediatezza al Ministro Giancarlo Giorgetti e al Governo Meloni:

  1. Interruzione immediata degli accordi e delle collaborazioni tra Leonardo S.p.A. (società controllata dal MEF e pilastro dell'industria bellica italiana) e le imprese israeliane. Non accettiamo di essere complici di politiche di guerra.
  2. Rottura completa e immediata di tutti i rapporti economici, commerciali e finanziari tra l'Italia e Israele. La solidarietà non è un affare, e il profitto non può venire prima della pace e dei diritti umani.
  3. Un netto e inequivocabile NO al piano di riarmo europeo denominato "ReArm Europe" e a qualsiasi iniziativa che miri a trasformare l'Unione Europea in una potenza militare, come quelle proposte da Bruegel.

La nostra priorità è chiara:

  • Soldi allo Stato Sociale, non alla guerra! Vogliamo risorse per la Sanità pubblica, l'Istruzione, le pensioni e il rinnovo dei contratti, non per aerei, bombe e droni.
  • Noi non lavoriamo per la guerra! Siamo contro la militarizzazione dell'economia e della società.

Invitiamo tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori a mobilitarsi e a unirsi alla nostra opposizione contro l'attuale Legge di Bilancio, che si preannuncia come l'ennesima manovra di austerità e dirottamento di fondi verso la spesa militare.

28 ottobre ore 14.00 presidio al MEF

Roma via XX Settembre

Blocchiamo tutto, cambiare tutto si può!