USB chiede al MEF misure urgenti di contrasto all'escalation di contagi negli uffici: Smart working rafforzato subito

Roma -

Il fallimento della “strategia” messa in atto contro la pandemia dal governo dei migliori è sotto gli occhi di tutti. Strategia esclusivamente basata sul vaccino, strumento fondamentale ma non unico, non nell’interesse della salute dei cittadini e dei lavoratori ma orientata alla salvaguardia del profitto. Prima un parziale e tardivo obbligo per alcune categorie, già peraltro vaccinate al 90%, poi l’introduzione del Green Pass e del super Green Pass, che non essendo misure sanitarie stanno dimostrando tutto il loro limite, in mezzo il nulla: nessun tracciamento, l’abbandono delle misure di sicurezza nei luoghi di lavoro, l’impossibilità di fare tamponi a causa delle lunghe file.

Per il Pubblico impiego i sindacati hanno chiesto al ministro Brunetta di riconsiderare un ritorno alla modalità lavorativa in lavoro agile come modalità ordinaria per tutti i lavoratori per la durata dello stato di emergenza. Parliamoci chiaro: la situazione è molto critica ma il governo naviga a vista nell’improbabile corsa al rialzo del PIL sotto il quale soccombono diritti, salute e sicurezza. Al momento, infatti, i segnali che arrivano dal Governo e da Funzione pubblica non sembrano essere positivi e bisogna anche dire che le lavoratrici ed i lavoratori sono sempre più storditi da una comunicazione schizofrenica e condizioni di lavoro che non sempre garantiscono la possibilità di isolamento e quarantena.

Anche il MEF non è rimasto esente da questa corsa al rientro senza rete e neanche l'intervento deciso dell'USB e delle altre organizzazioni sindacali è riuscito a creare i presupposti per una mediazione per una risposta più efficace ad una pandemia ancora in piena espansione. Tutto ciò sebbene il lavoro agile si sia dimostrato una esperienza positiva con dati ampiamente dimostrati, insomma, una risorsa da valorizzare e non certo uno strumento concesso con parsimonia e per taluni reso inaccessibile quasi in modo punitivo.

Tra l'altro il rientro massiccio del personale e l'introduzione del concetto di prevalenza della prestazione lavorativa in presenza sta inevitabilmente alimentando la diffusione dei contagi negli uffici del MEF sia centrali che periferici e la sicurezza nei luoghi di lavoro è spesso gestita in modo improvvisato. E' di questi giorni la gestione di un caso di Covid all'interno del Palazzo di via XX Settembre che ha dell'incredibile. Del caso accertato, infatti, si sono avvisati i lavoratori già in presenza invitandoli a lasciare l'ufficio e si sono fatte le sanificazioni in tempi diversi a giornate successive, come per un tardivo ripensamento del fatto che forse fosse necessario sanificare non solo la stanza del dipendente positivo in questione ed il bagno dove questi si era recato ma anche il resto delle stanze (essendo tutte nel medesimo “comparto”). Quindi sanificazioni a più riprese con personale avvisato nella stessa mattinata per allontanarlo... e non ultimo disposizioni tardive perché non vengano utilizzate le postazioni libere dei colleghi in smart working che altrimenti il giorno dopo rientrando potrebbero utilizzarle inconsapevolmente senza le necessarie sanificazioni. Infine, ma non ultima per importanza la comunicazione a tutti del nominativo del dipendente contagiato in barba ad ogni norma sulla privacy... il neo costituito Comitato di monitoraggio e consultivo a supporto del Datore di lavoro per la gestione della fase legata al perdurare della diffusione della pandemia avrà di che lavorare!

USB chiede al Datore di lavoro di intervenire e considerare la necessità di derogare al concetto di prevalenza del lavoro in presenza per motivi di sicurezza sul posto di lavoro. E' chiaro che le misure a suo tempo adottate sono ora insufficienti oltre che poco incisive, specie nelle grandi aree metropolitane dove l'uso dei mezzi pubblici o la presenza congiunta del personale negli Uffici rendono preoccupante la curva dei contagi e le centinaia di casi di positività. Infine, ribadiamo con forza la necessità di sospendere, quantomeno nella fase più dura dell’ondata pandemica, ogni forma di sportello in presenza. È indispensabile per tutelare i lavoratori e gli utenti che, non dimentichiamolo, continuano a poter accedere alle sedi senza obbligo di certificazione verde, obbligatoria invece per i dipendenti e ormai per quasi ogni attività sociale, anche per ordinare un caffè al banco di un bar.

Esecutivo Nazionale USB P.I. MEF