USB e la mobilitazione generale contro la Finanziaria di guerra
Assemblea MEF straordinaria: la Base rilancia la lotta!
La riuscitissima assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori del MEF (Ministero dell'Economia e delle Finanze) tenutasi lo scorso 26 novembre ha evidenziato in modo inequivocabile il grande interesse e la profonda preoccupazione della base rispetto alla cosiddetta "Finanziaria di Guerra" del Governo Meloni. I tagli alle spese sociali e ai salari a favore di un massiccio riarmo e delle spese militari sono inaccettabili e sono stati duramente contestati.
Dalla partecipata discussione è emersa con forza la necessità di un sindacato conflittuale e di classe che sia all'altezza delle sfide e che porti al centro della propria azione una piattaforma chiara per tutte le categorie:
- Salari dignitosi: con 2000 euro in paga base, a partire dal livello più basso di ogni CCNL.
- Redistribuzione della ricchezza: aumenti salariali adeguati al costo della vita attraverso una nuova scala mobile.
- Riduzione di Orario: a parità di salario, sfruttando le accresciute efficienze e le ridotte tempistiche consentite dalla digitalizzazione e dalle nuove possibilità organizzative.
- Azione Collettiva e di Classe: superando le logiche di settore e facendosi faro per una mobilitazione unitaria.
L'interesse e l'attivismo emersi al MEF si sono riflessi in una mobilitazione di massa che ha fatto seguito alle proteste di settembre e ottobre per la Palestina.
Due giorni di mobilitazione (sciopero generale e manifestazione) hanno chiaramente indicato come target il Governo Meloni per:
- Le scelte su riarmo e spese militari.
- I bassi salari e il collasso dei servizi pubblici.
- La complicità con Israele nel genocidio del popolo palestinese.
Lo sciopero generale di venerdì 28 novembre e la manifestazione del successivo sabato pomeriggio a Roma hanno rappresentato la vera opposizione politica e sociale al governo. Decine di migliaia di persone hanno sfilato da Porta San Paolo fino a gremire Piazza San Giovanni. Centomila i partecipanti scesi in piazza con USB. La preoccupazione di una possibile rassegnazione è svanita di fronte alla potenza del corteo.
È emerso un blocco sociale attivo e attivato – che attraversa posti di lavoro, scuole, università e territori – unito su una piattaforma in cui "tutto si tiene insieme". La convergenza è stata visivamente straordinaria: migliaia di bandiere di USB sventolavano insieme a quelle palestinesi, delle organizzazioni studentesche (OSA, Cambiare Rotta), di Potere al Popolo, del movimento per il diritto all'abitare, delle reti sociali e dell'Arci.
Durante la manifestazione, all’altezza del Colosseo i manifestanti hanno anche rinnovato la solidarietà internazionalista al Venezuela bolivariano, le cui coste sono praticamente occupate dalla Marina militare statunitense, che ha già causato 80 vittime con la scusa della "lotta al narcotraffico". Vale la pena di ricordare che nessun rapporto ONU sul tema cita il Venezuela come paese di produzione o transito di sostanze stupefacenti.
Al corteo hanno preso parte, anche con interventi e supporto, figure di rilievo internazionale e nazionale come Greta Thunberg, Francesca Albanese, Roger Waters (con un brano dedicato), Thiago Avila e Moni Ovadia, insieme a portuali, vigili del fuoco, operai dell'Ilva, rappresentanti palestinesi e i dirigenti sindacali e politici delle organizzazioni promotrici.
La partecipazione e la passione espresse a Roma e in assemblee come quella del MEF confermano che esiste un pezzo di società pronto a dare battaglia su contenuti avanzati e ben sintonizzati sulle reali priorità sociali e politiche.
USB è chiamata ora, a partire dai luoghi di lavoro, a far tesoro di questa spinta dal basso per costruire un’alternativa reale alle politiche di guerra e austerità.