USB, la favola al MEF si traduce in tragedia: dal cloud e dalla digitalizzazione si torna alle mezze maniche e al calamaio

Roma -

C’era una volta un’amministrazione che nel periodo pandemico ha gestito molto bene la sicurezza e la tutela della salute, un’amministrazione che ha sempre sbandierato di essere competente e favorevole al lavoro agile, un’amministrazione che nell’emergenza ha ottenuto, grazie allo sforzo di tutti i lavoratori, ottimi risultati di produttività con il lavoro svolto da casa.

Ma da oggi tutto quello che c’è stato di buono è svanito, annullato dalla nota della Capo Dipartimento, dott.ssa Valeria Vaccaro e dalla Direttrice del Personale, Consigliera Monica Parrella, che prevede un massimo di 6 giornate mensili di smart working, elevabili a 8 giorni sono per alcune categorie di lavoratori con documentazione. L’amministrazione azzera così l’esperienza di questi lunghi mesi, dal cloud e dalla digitalizzazione si torna alle mezze maniche e al calamaio e cosa ancor più grave cancella la sicurezza e le misure anti contagio in tutte le sedi del MEF.

Per i vertici del nostro dicastero è finita l’emergenza: ignorano la risalita dei casi Covid in Europa e in Italia, non considerano l’affollamento dei mezzi pubblici e le gravi criticità presenti al momento in tanti nostri luoghi di lavoro, sottovalutano i numerosi casi di fragilità di dipendenti e dei familiari affetti da gravi patologie.

La Capo Dipartimento va oltre il dettato normativo, in peggio chiaramente, ed emana una circolare più brunettiana di quanto espresso dal famigerato Brunetta! Infatti il Ministro della Funzione Pubblica prevede che la modalità di lavoro in presenza sia prevalente rispetto a quella in modalità agile e, considerando 22 giorni mensili di lavoro, lo smart working doveva essere pari a 10 giornate e non a 6 come impone la nostra amministrazione, distante anche dalle disposizioni impartite da altre pubbliche amministrazioni.

Inoltre, elemento di non poca importanza, il numero stabilito è il massimo di quello che si potrà fare in smart, ma non sarà per tutti, perché la dirigenza potrà ridurre le giornate di lavoro agile mensile previste, essendo stata introdotta la discrezionalità del dirigente.

Malgrado l'opposizione di USB, rappresentata con forza durante la riunione del 28 ottobre e la contrarietà delle altre Organizzazioni sindacali l’amministrazione conferma il “Tutti dentro” dal 2 novembre prossimo, alla faccia, come già detto, della sicurezza e della tutela della salute dei lavoratori e delle ristabilite corrette relazioni sindacali!

E' finito già il tempo delle corrette relazioni sindacali, una asciutta informativa è bastata all'amministrazione per partorire una circolare che non ha tenuto conto di nessuna delle criticità da noi denunciate. A questo punto una cosa è certa saremo inflessibili affinché vengano rispettate tutte le restrizioni emergenziali sanitarie, dal distanziamento nelle stanze, al divieto di assembramenti, dall’utilizzo di plexiglass e di ogni DPI consentito in ogni luogo di lavoro, alle misure previste per le stanze, i corridoi, i bagni e gli spazi comuni come gli ascensori, i parcheggi, i bar interni e senza dimenticare gli impianti di aerazione veri osservati speciali. Invitiamo, quindi, tutte le lavoratrici e i lavoratori a segnalarci criticità sia per quanto attiene lo Smart working che la sicurezza.

USB P.I. MEF