L'ultimo regalo

Roma -

La Presidenza del Consiglio dei Ministri comunica:

Il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi, 25 gennaio 2008, alle ore 09.05 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, Romano Prodi.

Segretario, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Enrico Letta.

Il Presidente del Consiglio ha illustrato la propria direttiva, da emanare a seguito delle dimissioni presentate dall’Esecutivo, relativa all’attività del Governo durante la fase di crisi e finalizzata ad evitare ogni interruzione dell’attività amministrativa ed a garantire il completamento delle principali iniziative intraprese.

Coerentemente con tale direttiva, il Consiglio dei Ministri ha deliberato i seguenti provvedimenti:

su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, Padoa-Schioppa:

- un regolamento per la riorganizzazione del Ministero con criteri di economia e di risparmio, secondo quanto previsto dalla legge finanziaria per il 2007 (articolo 1, comma 404), sul quale si sono espressi favorevolmente il Consiglio di Stato e le Commissioni parlamentari.

Questo è l'ultimo regalo del Ministro Tommaso Padoa Schioppa e del Governo Prodi ai lavoratori del Ministero dell'Economia e delle Finanze.

Ci ha sempre considerati, dal primo giorno del suo insediamento, come un inutile fardello, un costo da eliminare.

Autore di una politica economica padronale, rispondente agli interessi della Banca Mondiale, di quella Centrale Europea e del Fondo Monetario Internazionale, abbiamo visto esternalizzare e privatizzare interi settori di competenza, aumentare consulenze esterne, appalti, subappalti e manutenzioni simboliche, applicare politiche sul personale svilenti, confermare modelli organizzativi inesistenti, ricorrere ad un uso massiccio del precariato, negare qualsiasi prospettiva di carriera ai lavoratori, tagliare le dotazioni organiche, abbattere il potere d'acquisto dei salari, elargire aumenti contrattuali irrisori.

Una vera opera di devastazione messa in atto, a fronte di una moltiplicazione dei posti dirigenziali, ad un accumulo di incarichi delle alte sfere e delle loro remunerazioni stratosferiche.

La politica economica del Ministro Tommaso Padoa Schioppa ha accelerato la destrutturazione della Pubblica Amministrazione, peggiorato le condizioni salariali, aumentato l'impoverimento di massa ed esaltato, con una velocità progressiva, il drenaggio stravolgente di risorse dal basso verso l’alto, una redistribuzione a favore di rendite e profitti capace di incidere sulla composizione della formazione sociale, sgranando la stessa gerarchia della società.

Nessun freno al cosiddetto "carovita", nessun blocco ai processi di proletarizzazione del pubblico impiego, alla deregolamentazione selvaggia del mercato del lavoro, con i suoi morti, veri omicidi padronali.

L’impoverimento di massa, in questi anni, è aumentato ed è stato frutto di una politica governativa trasversale e di manovre economiche basate su privatizzazioni, svendita del patrimonio pubblico, demolizione della previdenza pubblica, bassi rinnovi contrattuali e taglio delle tasse ai ricchi.

Con gli accordi siglati insieme a CGIL, CISL e UIL, Tommaso Padoa Schioppa, e la compagine governativa liberal-riformista, si è affossato la previdenza pubblica, scippato la liquidazione ai lavoratori, precarizzato e reso instabile il lavoro pubblico, scardinato i diritti sociali, impoverito i lavoratori e incrinato il modello contrattuale.

Il paese, i lavoratori avevano bisogno di ben altro.

Ci sarebbe stato bisogno di terapie d’urto che dovevano ridistribuire le risorse, porre al centro la questione sociale, salariale, previdenziale, colpire le grandi rendite, le speculazioni finanziare, introdurre il reddito di cittadinanza e rilanciare un intervento pubblico qualificato.

Occorreva tornare al ruolo pubblico in economia dove il no alla guerra, la cancellazione delle spese militari, i diritti dei lavoratori e dei pensionati, la stabilizzazione dei precari, la tutela dell'ambiente, dovevano diventare le coordinate politiche di un modello di sviluppo alternativo, di una economia solidale, di un welfare dei diritti.

Ci sarebbe stato bisogno di una nuova politica economica collegata ad una nuova politica sociale, a partire dall'incremento di salari e pensioni.

Una politica che teneva insieme sostegno ai redditi, interventi strutturali contro la disoccupazione di massa, cura e salvaguardia del territorio e dei beni comuni, estensione dei diritti sociali, tutela del lavoro.

Il miglioramento del reddito dei lavoratori doveva essere una condizione di partenza per la ripresa dello sviluppo ed è per questo che bisognava partire dai tanti fallimenti quotidiani che ci sono nelle vite delle famiglie delle lavoratrici e dei lavoratori.

E' da lì, che doveva partire il risanamento dell'economia.

Investimenti pubblici nelle politiche sociali, per la scuola, per la ricerca, riduzione delle spese militari; un piano per l'energia pulita e per la mobilità sostenibile; una politica economica di legalità e di maggiore giustizia fiscale, sostegni all'altra economia.

I lavoratori avevano bisogno di "altre" finanziarie, che davano segnali precisi sul terreno della sostenibilità ambientale, della pace, della qualità sociale e dei diritti.

Finanziarie che investivano, su un modello di sviluppo diverso dove, al posto dei parametri monetari e finanziari, ci fossero quelli sociali ed ambientali.

Invece, ridistribuire il reddito, migliorare le condizioni dei salari e dei diritti dei lavoratori sono sempre stati, per il Ministro Tommaso Padoa Schioppa, questioni successive incompatibili con gli interessi del padronato, dei poteri finanziari internazionali, con il "loro" modello di sviluppo.

La ricetta del Ministro Tommaso Padoa Schioppa è stata semplice: stabilizzazione della precarietà, aumento dell'età pensionabile, centralità del sistema bancario nei processi produttivi, rilancio della concertazione sindacale insieme a CGIL, CISL, UIL e UGL, finanziarizzazione del TFR e, quindi, accelerazione della previdenza integrativa, aiuti alle imprese e tagli allo stato sociale e ai diritti.

L'esaltazione del mercato come valore assoluto e unico strumento di giustizia.

 

Il 18 maggio 2006, i lavoratori del Ministero dell'Economia e delle Finanze avevano ricevuto, dal Ministro Tommaso Padoa Schioppa, un messaggio, un cortese augurio di buon lavoro, una stretta di mano simbolica. Un invito ad impegnarsi, con entusiasmo, determinazione e senso del pubblico interesse, consapevoli del ruolo cruciale che si doveva svolgere.

 

Purtroppo, lo hanno pagato a caro prezzo.