Cartolarizzazione: noi siamo vivi !

Roma -

Nonostante il fuoco incrociato sparato dall'amministrazione e dai sindacati non più solo collaborazionisti ma asserviti all’Amministrazione, i lavoratori non sono caduti nella trappola e sono scesi in lotta.

Infatti, ancora oggi, l’Amministrazione può mettere in campo tutte le giustificazioni del caso ma la sostanza resta che il pagamento delle somme accessorie non è avvenuto nei tempi previsti dall’Accordo e che i colleghi delle sedi periferiche, tra le quali molti uffici del Dipartimento delle Finanze, non percepiranno tali risorse se non tra qualche settimana.

Cosa hanno risolto i sindacati dell’Amministrazione nel bollare come allarmisti i nostri continui richiami al rispetto dei tempi e alla generalità del pagamento di quanto dovuto?

Si sono venduti la rappresentanza dei lavoratori di tutte le provincie in cambio di una corsa sfrenata volta solo a neutralizzare le legittime iniziative di lotta della nostra organizzazione sindacale.

Per questo, dopo un'affollata assemblea tenutasi in via Venti Settembre, i lavoratori hanno fatto sentire e vedere concretamente la loro rabbia facendosi carico anche di quella dei colleghi periferici.

È bene ricordare che la determinazione delle risorse del Fondo Unico d’Amministrazione e l’apertura delle trattative per la ripartizione della cosiddetta cartolarizzazione sono state sbloccate sempre da una iniziativa dellle RdB MEF dell'8 maggio 2009, con una forte mobilitazione dei lavoratori.

Lo sfregio della dignità del salario dei lavoratori è, ormai, una costante in fatto di politiche del personale, attuata con la complicità delle altre organizzazioni sindacali (CGIL, CISL, UIL, UNSA e FLP) ed è contrastata solo dalle lotte dei lavoratori organizzati nelle RdB MEF.

Il mancato pagamento delle somme della cartolarizzazione entro la data stabilita dall'accordo del 6 novembre 2009 (sottoscritto da CGIL, CISL, UIL, UNSA, FLP, DIRSTAT e CIDA - UNADIS), è una conferma di tale scellerata politica salariale.

Inoltre, l'intollerabile e ingiustificata differenza salariale tra la classe dirigente e i lavoratori, l'elemosina stanziata nei rinnovi contrattuali e la ripartizione del salario accessorio (FUA) contaminata con l'odiosa premialità brunettiana, voluta fortemente e in via preventiva da tutte le organizzazioni sindacali, esclusa le RdB, sono divenuti fattori ormai insopportabili per i lavoratori.

Giunti presso le stanze del Gabinetto del Ministro, una delegazione è stata immediatamente ricevuta.

La perdurante drammaticità salariale, la compressione dei diritti e l'irresponsabilità dell'alta dirigenza, sono stati gli elementi denunciati con determinazione agli interlocutori.

Il tentativo dei responsabili del Gabinetto di attribuire il ritardato pagamento alla farraginosa procedura della macchina amministrativa, non ha tratto in inganno i lavoratori.

Infatti, per la dirigenza questa farraginosità non si è sentita e non ha prodotto nessun ostacolo.

Nel mancato pagamento della cartolarizzazione esistono precise responsabilità: politiche, amministrative e sindacali, aggravate dall’odioso disinteresse aggiuntivo per i lavoratori in servizio presso le strutture periferiche del MEF.

Queste cose, ormai, i lavoratori le conoscono bene, sanno a chi imputarle ed è per questo che sono VIVI e CONTINUANO A LOTTARE.

Il Coordinamento RdB MEF lancia una giornata di mobilitazione nazionale da tenersi in tutti gli uffici centrali e provinciali con assemblee di protesta, presidi presso le stanze dei Direttori e ordini del giorno di condanna nei confronti dell'Amministrazione, dei rappresentanti politici e di tutte le organizzazioni sindacali firmatarie, ormai da tempo colluse.

 

Odio gli indifferenti.

Credo che vivere voglia dire essere partigiani.
Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano.
L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita.
Perciò odio gli indifferenti.
L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera.

È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza.

Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al
potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare.

Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente.

Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti.

Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto.

E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini.
Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano.

Vivo, sono partigiano.

Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.

Antonio Gramsci -11 febbraio 1917