CARTOLARIZZAZIONE: RISO AMARO
Lo spettacolo è iniziato con tanto di luci della ribalta, effetti scenici e prime apparizioni di protagonisti coinvolti a vario titolo. Ci riferiamo allo spettacolo tragicomico della c.d. cartolarizzazione, messo in cartellone da qualche tempo ed annunciato come imminente dalla nostra Organizzazione Sindacale con il comunicato “CARTOLARIZZAZIONE: I SUGGERITORI DI SCENA” del 2 febbraio u.s.
Il prologo inizia con la suspense della trama-decreto, che viaggia tra il Gabinetto del ministro e la Ragioneria Generale dello Stato, e con la programmazione di un’anteprima–presidio, preannunciato per il 10/2/2014 da cgilcisluil.
Il 7/2/2014 l’Amministrazione-regia comunica però la firma del decreto da parte del ministro-produttore mentre il giorno prima uno dei 3 sindacati protagonisti della suddetta anteprima aveva già messo a segno lo scoop della pubblicazione della trama-decreto, probabilmente messa in circolazione dai famosi suggeritori di scena-amici.
A questo punto, la trama-decreto gestita da dietro le quinte ruba la scena all’anteprima in programma per lunedì 10 e, dopo un’affrettata conferma iniziale, arriva la revoca dell’iniziativa. Niente anteprima quindi, lo spettacolo è iniziato e si entra subito nel vivo con il primo atto che dovrebbe durare dall’iter della convalida dei Censori Superiori (organi di controllo) fino all’inizio della contrattazione-farsa.
Come avevamo previsto, lo spettacolo promette bene e già nelle prime battute tutti i protagonisti hanno l’opportunità di prodursi nelle performance a loro più congeniali, a partire dai settori di regia e produzione che tirano le fila utilizzando i suggeritori di scena come dispensatori di favori e notizie e finendo ai controllori di scena che hanno il compito di imbonire la platea (i lavoratori) quanto meno per evitare il lancio di uova o pomodori .
Questi sono, al momento, gli eventi descritti mutuando le modalità delle famose commedie all’italiana, che raccontavano la miseria culturale di fatti e personaggi lasciando una profonda amarezza nel messaggio finale.
Purtroppo, però, non siamo al cinema o a teatro ma ci troviamo al MEF, uno dei ministeri chiave del paese con compiti istituzionali di primaria importanza, e ci stiamo occupando di una parte consistente del salario accessorio, sempre più vitale per i lavoratori di questo dicastero in considerazione del taglio del salario reale e di diritti subito in questi anni.
La nostra Organizzazione Sindacale non è minimamente interessata ad avere alcuna parte nel desolante spettacolo che sicuramente continuerà con tutti gli ingredienti già descritti ma intende, invece, ribaltare la logica perdente e ricattatoria del “prendere e ringraziare per quel poco che ci danno” costruendo una battaglia per la rivendicazione del salario e della dignità dei lavoratori del MEF.
La difficile vertenza condotta da anni dalla USB MEF contro i privilegi e le discriminazioni salariali ha messo a nudo “zone franche”, come quella delle indennità e modalità gestionali del Gabinetto del Ministro, ed ha denunciato le “zone grigie e privilegiate” create dall’Amministrazione e foraggiate con le risorse del FUA, come quella della superpagata (per pochi) assistenza fiscale.
Questa battaglia, che sta continuando anche a livello legale, ha già prodotto come risultato il rientro nel FUA, a decorrere dall’anno 2013, di una quota (500.000 euro) impropriamente dirottata sul gabinetto del Ministro ed il ripensamento delle modalità di organizzazione e remunerazione delle lavorazioni dei mod. 730.
Ora è più che mai necessario che l’azione rivendicativa in materia di salario e diritti si sposti anche sui criteri di ripartizione delle risorse derivanti dalla c.d. cartolarizzazione.
La USB MEF, infatti, è fortemente intenzionata a dire basta ai cronici e strumentali ritardi nella predisposizione del decreto di stanziamento delle risorse, all’elargizione di somme spropositate alla dirigenza ed alle decurtazioni degli importi per una parte del personale. Per non subire ancora queste iniquità è necessario, mediante strumenti normativi, sottrarre la c.d. cartolarizzazione alla gestione del ministro ed individuare un meccanismo di stabilizzazione e certezza di stanziamento delle risorse nonché di rapida erogazione a tutti i lavoratori.
In attesa di questo cambiamento normativo la USB MEF, nella convinzione che questa parte del salario accessorio sia puramente risarcitoria e compensativa dei tagli salariali subiti dai lavoratori, ritiene che l’unico criterio di ripartizione accettabile di queste somme sia la suddivisione uguale per tutti (compresa la dirigenza) dell’intero ammontare delle risorse disponibili con quota unica a prescindere dall’area di appartenenza e dal dipartimento in cui si presta servizio, prendendo come riferimento minimo il compenso erogato all’area III del Dipartimento delle Finanze per l’anno 2011.