Decreto Legge n. 4 del 10.1.2006

Roma -

 

È stato pubblicato, nella Gazzetta Ufficiale dell'11 gennaio 2006, il Decreto legge riguardante "Misure urgenti in materia di organizzazione e funzionamento della pubblica amministrazione".Secondo le intenzioni del governo, l'intervento legislativo dovrebbe ottimizzare l'organizzazione e il funzionamento di alcuni settori della Pubblica amministrazione.In realtà, riteniamo che il decreto vada completamente nel segno opposto. Per una duplice valutazione.La prima, riguarda la natura formale dell'atto che risulta disomogeneo, disarticolato ed astruso da qualunque intervento quadro in materia. Si parte con la costruzione di organismi per la semplificazione, attraversando i consigli di amministrazione delle fondazioni lirico-sinfoniche per arrivare alle regolazioni debitorie dei disavanzi delle ferrovie concesse e in ex gestione commissariale governativa. La seconda, quella più sostanziale, è che il decreto interviene pesantemente sugli aspetti ordinamentali e sulla gestione del personale, saltando completamente (per coloro che ancora ci credono) la sfera delle relazioni sindacali.Per questo, la nostra contrarietà non è improntata alla mancata "concertazione" da parte del governo (come denunciano Cgil, Cisl e Uil) ma verte sulla sostanza e sull'incidenza del dettato normativo. Lo stanziamento di 2 milioni e 400mila euro per il funzionamento di un Comitato interministeriale, unitamente ad altri comitati tecnici, segreterie e commissioni, è vergognoso in relazione alla miseria degli aumenti contrattuali disposti dal governo per i rinnovi contrattuali oltre ad alimentare quella "consuetudine" politica di genesi di organismi clientelari e dannosi per l'erario.  Il trucchetto della "storicizzazione" del personale in posizione di comando nei ruoli delle amministrazioni dello Stato in cui presta servizio alla data del 30 settembre 2005 (mediante la presentazione di una domanda entro 30 giorni, nei limiti dei posti disponibili della dotazione organica complessiva e con inquadramento sulla base dell'anzianità di servizio nell'area funzionale e posizione economica corrispondente a quella posseduta) ha, come conseguenza, la diminuzione delle dotazioni organiche delle amministrazione cedenti (che dovranno trasferire anche le risorse economiche) unitamente a quelle riceventi, in quanto il personale ex comandato va a coprire i posti attualmente vacanti.Il personale che non subentra subito, si trasferirà non appena saranno disponibili posti in organico con precedenza sulle eventuali procedure concorsuali.E' facile notare, quindi, qual'è la politica attuata in materia di risorse umane.Un pesante attacco agli organici, già fortemente decurtati dal taglio del 5% disposto dalla legge finanziaria 2005, e la predisposizione di idonei strumenti per una mobilità forzata. Vengono sottoposti, ad apposito decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze), anche le procedure di reclutamento a tempo determinato per contingenti superiori alle cinque unità, inclusi i contratti di formazione e lavoro.Si configura la possibilità di attivare  contratti "atipici" solo per esigenze temporanee ed eccezionali (previo esperimento di procedure inerenti assegnazione di personale anche temporanea), nonché l'opportunità di avvalersi di agenzie di reclutamento privato.Il tutto, unitamente al prolungamento dello stato di precarietà del personale della Croce Rossa è, in sintesi, l'applicazione della deregolamentazione del mercato del lavoro, tanto cara a Cgil, Cisl e Uil che, a voce, ne denunciano l'applicazione ma, nei fatti, continuano ad introdurla nei contratti e a regolamentarne gli effetti nefasti. Viene fatto divieto, per le amministrazioni, della possibilità di determinare, in presenza di vacanze di organico, situazioni di soprannumerarietà di personale, anche temporanea, nell'ambito dei contingenti relativi alle singole posizioni economiche delle aree funzionali e di livello dirigenziale.Questo, comporta, in concreto, l'impossibilità di espletare procedure di riqualificazione.Infine, l'obbligo, per le amministrazioni, ai fini della mobilita collettiva, di effettuare le rilevazioni delle eccedenze di personale su base territoriale, per categoria o area, qualifica e profilo professionale ha, come conseguenza, la determinazione di pericolosi e specifici esuberi dal futuro imprevedibile. Chiude, questa nostra prima analisi, la possibilità, per ora applicabile solo dal Ministero per i beni e le attività culturali, di conferire, nel caso di temporanea indisponibilità di dirigenti da preporre agli uffici dirigenziali non generali, la reggenza di tali uffici a personale particolarmente qualificato appartenente all'Area funzionale C3, non applicando l'articolo 2103 del codice civile.Pertanto, non viene dato luogo all'attribuzione di alcun trattamento economico aggiuntivo rispetto a quello in godimento.Un chiaro esempio di come questo governo intende risolvere il problema delle mansioni superiori.Rendendoli flessibili, precari e sfruttando la loro professionalità !