Dipartimento del Tesoro: la seconda farsa

La RdB/CUB MEF, con un precedente comunicato, ha messo al corrente i lavoratori del Dipartimento del Tesoro, dell’ulteriore accordo sottoscritto, il 6 maggio 2008, dall’amministrazione e da CGIL, CISL, FLP, INTESA ed una parte degli eletti RSU.

Molti colleghi, però, ci hanno chiesto di intervenire, di nuovo, sul contenuto dell’intesa.

L’accordo è il frutto di due incontri tecnici tesi a superare le criticità emerse, e riconosciute dalla stessa Amministrazione, al sistema sperimentale di valutazione del personale, avviato nel Dipartimento del Tesoro con il protocollo d’intesa siglato il 13 luglio 2006 tra la parte pubblica insieme con CGIL, CISL, UIL, UNSA, FLP, INTESA ed alcuni componenti RSU.

Le “migliorie” apportate al sistema, sono dirette solo verso due aspetti: il peso dei compiti assegnati, che deve essere pari al 75% della valutazione e al 25% dalle valutazioni comportamentali (affettuosità, affabilità, simpatia e chi più ne ha, più ne metta!) unitamente all’attribuzione, alle quattro competenze selezionate per il sottoposto, un peso modificabile rispetto a quello standard mantenendo, però, sempre il totale pari a 100%.

Le RdB/CUB MEF, non avendo sottoscritto l’accordo del 13 luglio 2006 che dava l’avvio alla sperimentazione, non hanno, ovviamente e coerentemente con il proprio agire quotidiano, sottoscritto le modifiche apportate, giudicando il sistema di valutazione uno strumento pericoloso oltre che dannoso.

I salari dei lavoratori dipendenti sono del tutto insufficienti ad un dignitoso sostentamento; i fondi del salario accessorio (detratti dagli aumenti stipendiali contrattuali), sono miseri; il nuovo contratto collettivo nazionale, oltre ad essere pessimo sul piano economico, introduce il capestro della valutazione consentendo, in questo modo, lo spezzettamento e l’ulteriore impoverimento delle poche risorse accessorie disponibili.

Per pochi spiccioli, quindi, al Dipartimento del Tesoro si è voluto insinuare e “sperimentare”, anche un sistema premiante che ha mostrato, nei fatti, essere solo ed esclusivamente un ulteriore strumento in mano alla dirigenza.

Dirigenza, questa, che ne ha fatto un uso svogliato, mostrando persino una scarsa conoscenza dei meccanismi messi a punto dalla stessa parte pubblica.

Per ora, è tutto un “gioco” al Dipartimento del Tesoro ma, se questa valutazione avesse avuto riflessi economici, siamo certi che il malcontento tra i lavoratori si sarebbe espresso molto più apertamente.
Il disappunto di moltissimi colleghi del Dipartimento del Tesoro è, comunque, palese.

 
Per questo, per alcune organizzazioni sindacali firmatarie delle intese e partecipanti ai vari tavoli tecnici, il “gioco” si è fatto “serio” e nascono vivaci discussioni, forti contraddizioni proprio perché non più in condizione di governare ciò che hanno generato e di rispondere al malcontento.
Persino la RSU, sta subendo forti contraccolpi (mancanza di un democratico coordinamento) sia sul piano funzionale (si autoconvoca o, meglio, il primo che ne ha voglia indice la riunione degli eletti) che comportamentale (si discute le proprie e individuali posizioni davanti alla controparte).


Si è, pertanto, consumato il secondo atto di questa farsa.

Speriamo che non si trasformi in tragedia per i lavoratori che, ricordiamo, sono gli “unici” all’interno di tutto il Ministero dell’Economie e delle Finanze a subire questa assurda, pericolosa e poco dignitosa sperimentazione.

Insomma, cavie.