Finanziaria 2006
FINANZIARIA 2006: QUALE FUTURO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE?
Dopo essere stato approvato dal Senato, la Camera ha concesso al governo la fiducia sul maxiemendamento 1.2000, senza subemendamenti ed articoli aggiuntivi, nella parte dichiarata ammissibile, interamente sostitutivo dell'articolo unico del disegno di legge concernente la Finanziaria 2006: 309 voti favorevoli; 207 contrari; 2 astenuti.La Finanziaria esce dalla Camera "più corposa" di 3,67 miliardi di euro rispetto a quella licenziata dal Senato. Un'aggiunta che porterà il complesso della manovra a 26,7 miliardi di euro. Dopo che il governo avrà varato la Nota di variazione al Bilancio, lunedì la Finanziaria tornerà alla Camera dove verranno discussi gli ordini del giorno per poi passare al voto finale sull'intero provvedimento.
L'ultimo passaggio sarà, poi, in Senato che, prima di Natale, dovrebbe licenziare definitivamente la legge finanziaria. Al di là delle operazioni di facciata che hanno il solo scopo di gettare un po’ di fumo negli occhi all’opinione pubblica, ci troviamo ancora una volta di fronte ad un provvedimento che si abbatte come una vera e propria mannaia sulla Pubblica Amministrazione, facendo emergere concretamente e con sempre più chiarezza, qualora ce ne fosse ancora bisogno, il progetto di smantellamento progressivo, pezzo dopo pezzo, dello stato sociale. Una politica scellerata messa in atto dai vari Governi che si sono succeduti negli ultimi anni, interessati solo a parole alla qualità e all’efficienza dei servizi erogati ai cittadini, demandati esclusivamente alla buona volontà dei lavoratori del settore pubblico, ma particolarmente interessati ad un’opera di devastazione che si concretizza nelle privatizzazioni e nelle esternalizzazioni, nella precarizzazione sempre più selvaggia del rapporto di lavoro, nell’aumento esponenziale dei carichi di lavoro, nelle dismissioni del patrimonio immobiliare.
Un depauperamento progressivo di risorse economice e umane che passa attraverso:
- la riduzione della spesa per Enti Locali e Sanità che, tradotta in termini pratici, comporterà l’inevitabile aumento delle tasse locali a carico della cittadinanza e l’abbassamento del livello di qualità dei servizi;
- la riproposizione, anche per il 2006, del blocco delle assunzioni, con la conseguente impossibilità per le pubbliche amministrazioni di effettuare quel “ricambio generazionale” necessario, soprattutto in previsione di massicce ondate di pensionamenti;
- una “soluzione” parziale per soli 7000 precari definiti “storici”, a fronte di un esercito di lavoratori che ormai sfiora le 300.000 unità, a cui si vogliono negare sistematicamente prospettive, diritti e dignità;
- la previsione di perdita di lavoro per il 40% degli attuali lavoratori a tempo determinato, interinali, ex co.co.co., che hanno consentito, sino ad oggi, a tutta la Pubblica Amministrazione di continuare a svolgere la sua funzione;
- la mancata soluzione al problema dei lavoratori assunti con Contratto di Formazione e Lavoro, che rischiano di essere “formati” sino all’età pensionabile;
- lo stanziamento, per il rinnovo contrattuale del biennio 2006-2007, delle sole risorse destinate al pagamento della vacanza contrattuale, con l’implicito riferimento alla volontà di non rispettare le scadenze contrattuali anche in previsione di una modifica dell’attuale assetto contrattuale;
- la previsione, per il 2006, di Fondi per il salario accessorio uguali a quelli del 2004, precludendo così anche la possibilità, attraverso la contrattazione integrativa, di operare delle scelte in termini di sviluppo di carriera dei lavoratori pubblici.
Crediamo, che il disegno sia ormai chiaro a tutti.Così come è chiara la necessità di una radicale inversione di tendenza a questo stato di cose.I lavoratori della Pubblica Amministrazione devono rivendicare, con forza, i loro diritti non solo pretendendo veri aumenti contrattuali in linea con il reale aumento del costo della vita ma, soprattutto, devono rivendicare il recupero della dignità, troppo spesso e troppo a lungo calpestata.
SALARIO, DIRITTI, DIGNITA'