FUA 2009: perchè le RdB non ha firmato.

Roma -

Dopo oltre cinque ore di riunione, il 20 maggio 2010 è stato sottoscritto dall'amministrazione e da tutte le sigle sindacali, ad eccezione delle RdB MEF, l’accordo necessario per integrare le clausole contrattuali inerenti i criteri e le procedure per l'erogazione delle risorse del FUA 2009.

Unitamente a questo primo accordo, le stesse parti hanno sottoscritto anche l'intesa concernente la ripartizione dei risparmi conseguiti in relazione all'espletamento del servizio di assistenza fiscale e dell'economie di gestione.

Per quanto concerne l'erogazione delle risorse FUA 2009, questo accordo presenta alcune caratteristiche di diversificazione rispetto a quelli degli anni precedenti.

Infatti, la ripartizione non avviene più con assegnazione delle somme alle singole articolazioni periferiche sulle dotazioni organiche di diritto, ma viene erogata per una quota delle risorse pari all'80% secondo il grado finale di realizzazione degli obiettivi di produttività assegnati ai dirigenti di ciascun ufficio (SIVAD) adottando, quindi, come riferimento la struttura già "sperimentata" con l'accordo di attuazione dell'art. 3 del comma 165 della legge 350/2003 (cosiddetta "cartolarizzazione").

Il restante 20% della quota residuale, è assegnato alle singole strutture centrali e periferiche secondo le dotazioni organiche di fatto e con l’indicazione di elementi di riferimento generali per la contrattazione locale (priorità, obiettivi, criteri).

Le ulteriori risorse economiche rimaste dal FUA 2008, saranno ripartite secondo gli stessi criteri adottati per la ripartizione dell'80% del FUA 2009.

Rimane invece, vergognosamente identico agli anni precedenti, grazie al secondo accordo siglato dalla parte pubblica e da tutte le altre organizzazioni sindacali, ad esclusione delle RdB MEF, la ripartizione dell’economie di gestione tra i lavoratori delle aree professionali (85%) e il fondo della separata area della dirigenza (15%); così come è rimasta altrettanto iniquamente inalterata, la suddivisione dei risparmi conseguiti in relazione all'espletamento del servizio di assistenza fiscale.

Ancora una volta, quindi, questa intesa permetterà il saccheggio dei fondi dei lavoratori dovuto alla remunerazione delle particolari posizioni lavorative (turni e reperibilità) in quanto viene negata l'adozione di misure trasparenti, controllabili e partecipate, per eliminare sacche di gestione incontrollata che hanno prodotto vere e proprie rendite di posizione con gestione unilaterale ed esclusiva dei dirigenti dei vari uffici.

La mancata trasparenza, poi, nell’individuazione del personale adibito al servizio di assistenza fiscale, cementifica il dubbio sulla liceità della partecipazione che permette di alimentare il clientelismo, una diversificazione reddituale totalmente ingiustificata e la negazione di una democratica rotazione del personale interessato a questa attività.


Ma la vera novità, si ritrova nell’accantonamento di 14 milioni di euro dalle risorse aventi carattere di certezza e stabilità del FUA 2009, per finanziare gli sviluppi economici all’interno delle aree.

Le RdB MEF, fin dall'inizio della contrattazione avvenuta con il primo incontro del 28 aprile 2010, aveva presentato una proposta scritta all’amministrazione con precise richieste relative sia alla ripartizione del FUA 2009, sia per quanto concerne il nuovo contratto integrativo, ponendo con forza la centralità dell'irrinunciabile rivendicazione di un passaggio economico per tutti i lavoratori, a cominciare da quelli che, a vario titolo, è rimasto escluso dalle famigerate riqualificazioni.
Inizialmente si è registrato una cauta apertura e disponibilità dell’amministrazione su questa richiesta, con una conseguente convergenza delle altre sigle sindacali presenti al tavolo negoziale, ad eccezione dell’UNSA.

Ma, nel corso di quest’ultimo incontro, si sono delineate con chiarezza le posizioni sia della parte pubblica che delle OO.SS. firmatarie dell’accordo; di fatto, hanno rimandato (senza limiti di tempo) ad un successivo accordo, l’individuazione delle procedure e dei criteri per i suddetti passaggi, legandoli ai profili professionali e al nuovo contratto integrativo.

Inoltre, le somme accantonate finanziano i passaggi economici di circa il 50% dei lavoratori, mentre per il rimanente personale c’è solo un generico impegno di proseguire per i prossimi anni.
La posizione delle RdB MEF è stata, da sempre, chiara e lineare: un passaggio di livello per tutti, accettando anche la programmazione biennale ma con la contestualità dell’accordo sulle procedure e con la certezza dell’accantonamento delle somme, anche per il 2010.

Le RdB MEF, ha praticato interamente il percorso della contrattazione e del confronto, dimostrando maturità e disponibilità per mediazioni dignitose che, però, non snaturassero l’obiettivo fondamentale quello, cioè, di stabilizzare più salario accessorio possibile e non rigenerare la guerra di tutti contro tutti, con conseguenze non solo sui diritti professionali ma, persino, sulla stessa socialità degli uffici.

Quanto è successo, continua ad avere responsabilità precise e avrebbe dovuto indurre le parti firmatarie a trovare soluzioni adeguate per ricondurre ad equità questa drammatica situazione di rottura del tessuto sociale e solidale tra i lavoratori.

 

La RdB MEF è riuscita, con la determinazione che la caratterizza, a far inserire la clausola di salvaguardia che garantisce i lavoratori, in caso di mancato accordo sull'individuazione delle modalità attuative dello sviluppo economico all'interno delle aree, la restituzione delle risorse accantonate.

La RdB MEF continuerà la lotta per la difesa del salario, dei diritti e della dignità, dando battaglia in sede di eventuale confronto sui criteri per regolamentare il passaggio economico all'interno delle aree e chiamando alla mobilitazione e alla partecipazione tutti i lavoratori.