Incontro del 28 aprile 2010
Si è conclusa verso le ore 19.30, la riunione convocata dall'amministrazione ieri, 28 aprile 2010, su un corposo ordine del giorno: consistenza FUA 2009, ripartizione dell'economie di gestione 2009 e dei fondi destinati all'assistenza fiscale 2009, individuazione dei criteri per la remunerazione del saldo FUA 2009.
Oltre a questi importanti argomenti, la parte pubblica aggiungeva "sul piatto" anche l'avvio del tavolo di confronto sul nuovo contratto integrativo di amministrazione e l'informativa sul progetto "portale stipendi P.A".
La consuetudine, ormai divenuta prassi, dell'amministrazione di consegnare proposte di accordo e tabelle analitiche delle voci costituenti il FUA 2009 solo a ridosso della riunione, impedisce, di fatto, una compiuta e attenta analisi tecnica degli argomenti oggetto di confronto.
Per questo motivo, la riunione totalmente inconcludente, si è risolta con la volontà condivisa tra le parti di calendarizzare incontri settimanali per l'apertura del confronto sul nuovo contratto integrativo di amministrazione e l'aggiornamento, alla prossima settimana, per la chiusura degli accordi complessivi sul FUA 2009.
La delegazione trattante delle RdB MEF ha preliminarmente richiesto, alla parte pubblica, di conoscere quali sono gli atti adottati o che intende adottare al fine di dare esito alle numerose istanze trasmesse dai lavoratori in merito al pagamento dei fondi aggiuntivi (cartolarizzazione).
L'amministrazione ha assicurato di voler rispondere in tempi adeguati; considerato, però, i precedenti, le RdB MEF continueranno a pressare i vertici dell'amministrazione affinché ai lavoratori siano fornite risposte esaurienti e si correggano gli errori di conteggio.
Le RdB MEF, inoltre, ha rappresentato all'amministrazione alcuni punti fondamentali sui quali intende pregiudizialmente discutere.
Riportiamo, di seguito, il testo completo consegnato all'amministrazione e, in allegato, la documentazione consegnata durante l'incontro segnalando la contrarietà delle RdB MEF pressoché totale, sia sulla struttura della ripartizione dell'economie di gestione e del servizio di assistenza fiscale oltre che sull'impianto di ripartizione del FUA 2009, così come proposti dall'amministrazione.
Informeremo i lavoratori sugli sviluppi degli incontri futuri.
Al Capo della Delegazione di Parte Pubblica
Ministero dell’Economia e delle Finanze
SEDE
In via preliminare, quest’organizzazione sindacale chiede all’Amministrazione di conoscere i provvedimenti che intende adottare per dare risposte esaurienti alle centinaia d’istanze prodotte dai lavoratori, su iniziativa delle RdB MEF, in merito al pagamento dei fondi aggiuntivi in attuazione dell'art. 3 del comma 165 della legge 350/2003 (accordo del 6 novembre 2009).
Tali istanze si sono rese indispensabili per permettere ai lavoratori di controllare la liquidazione delle spettanze suddette e per indurre l’Amministrazione ad un doveroso controllo delle liquidazioni effettuate, poiché sono ormai certi numerosi errori di varia natura e consistenza, alcuni dei quali persino reiterati.
La RdB MEF tiene a specificare che gli errori in questione non sono imputabili agli uffici operativi e ai lavoratori che vi operano, ma sono di esclusiva responsabilità dei vertici dell’amministrazione che non solo hanno disatteso i tempi di pagamento previsti dall’accordo, ma hanno anche gestito le procedure necessarie per la liquidazione in modo colpevolmente approssimativo e disattento.
Più volte, questa organizzazione sindacale ha richiesto una relazione tecnica e lo stato dell’arte della procedura di liquidazione al fine di monitorare e apportare le opportune correzioni; ma tali istanze sono state coscientemente ignorate dalla parte pubblica.
Gli ordini del giorno di protesta sottoscritti dai lavoratori degli uffici centrali e periferici nelle giornate di mobilitazione indette dalle RdB MEF, stigmatizzano questo comportamento dell’Amministrazione che continua ad operare contro i legittimi diritti salariali e non, dei lavoratori.
In relazione all’ordine del giorno della convocazione odierna, le RdB MEF riporta, di seguito, in modo sintetico alcune posizioni di partenza ritenute essenziali e che, ovviamente, saranno approfondite, articolate ed integrate nel corso del confronto tra le parti.
FUA anno 2009
- La necessità di un’attenta analisi delle varie voci e dei relativi riferimenti normativi che compongono il Fondo Unico di Amministrazione, al fine di un’opportuna verifica considerata la complessità della materia e le discordanti posizioni su alcune applicazioni di legge riscontrate negli incontri relativi al FUA degli anni precedenti.
- La revisione dei criteri di ripartizione risalenti al lontano anno 2000 che hanno prodotto nel corso del tempo profonde ed ingiustificate differenzazioni salariali tra i lavoratori in servizio presso le varie articolazioni del dicastero. Infatti, la ripartizione effettuata sugli organici di diritto è ormai divenuta superata dai continui ridimensionamenti e rifacimenti delle dotazioni organiche ed è inevitabile provvedere alla ripartizione dei fondi sugli organici reali e di fatto.
- Disdetta degli accordi vigenti (6.11.2000 e successivi) e più volte denunciati sulla remunerazione delle particolari posizioni lavorative e revisione profonda di questo istituto con l’adozione di misure trasparenti, controllabili e partecipate, per eliminare sacche di gestione incontrollata che hanno prodotto vere e proprie rendite di posizione con gestione unilaterale ed esclusiva dei Dirigenti dei vari uffici.
- Disdetta dell’accordo (27.4.2001) per l’attribuzione automatica del 2% del FUA per il personale del Gabinetto del Ministro e predisposizione di un meccanismo che preveda, per il salario accessorio di questa parte di personale, l’omologazione al restante personale del MEF e la fine dell’assoluta mancanza di trasparenza sulle attribuzioni.
- Le percentuali di ripartizione dei risparmi di gestione tra i dirigenti e il personale delle aree professionali, adottate fino ad ora, sono improponibili e vanno sostanzialmente riviste a favore del personale dei profili economici, individuando una quota residuale per i Dirigenti, almeno per un platonico atto di giustizia considerata l’abissale forbice salariale esistente tra le due categorie.
- La ripartizione delle somme derivanti dai risparmi conseguiti in relazione all’espletamento del Servizio di Assistenza Fiscale va rivisto a favore del FUA del personale delle aree professionali individuando, in analogia con quanto sopra riportato in merito alle economie di gestione, una quota residuale per il fondo della dirigenza. Per quanto concerne, poi, la quota destinata alla remunerazione del servizio di assistenza fiscale, la mancanza di trasparenza e di atti circa l’individuazione del personale adibito a questa attività, pone seri dubbi sulla liceità della partecipazione, genera sacche di clientelismo e impedisce una democratica rotazione del personale. In primis, comunque, le RdB MEF ribadisce che questa quota inficia lo spirito solidale dello stesso istituto contrattuale che ha, invece, nel suo stesso dna il principio di sussidiarietà tra tutti i lavoratori che contribuiscono, in identica maniera, a costituirlo. Pur considerando del tutto motivata una particolare attenzione rivolta ai lavoratori che esplicano tale servizio, non è concepibile che a seguito dell’inefficiente organizzazione del lavoro esistente negli uffici, il restante personale sopperisca, nei periodi di lavorazione dei modelli di assistenza fiscale, a enormi lacune derivanti dall’irresponsabilità dei dirigenti preposti, con un aumento rilevante del proprio carico di lavoro.
- Adozione di un quadro preciso di riferimenti normativi e contrattuali da indicare a tutte le articolazioni del MEF sedi di contrattazione decentrata locale, per le negoziazioni del saldo dei fondi di sede del 2009. Questa misura è ineludibile e non intende inficiare l’autonomia contrattuale delle singole sedi, ma vuole semplicemente porre fine a una gestione personalistica dei fondi di sede, discriminatoria e spesso fuori norma, da parte dei dirigenti responsabili. Le RdB MEF è intervenuta spesso su questo argomento, segnalando le anomalie contrattuali di numerosi accordi locali che producono, di fatto, trattamenti salariali differenziati a parità di condizioni e prestazioni lavorative. Purtroppo nessun provvedimento è stato adottato da parte dell’Amministrazione, neanche nei casi più eclatanti; pertanto, è irrinunciabile, per le RdB MEF, affrontare e risolvere definitivamente questa problematica che produce effetti devastanti sui diritti salariali e sulla stessa gestione degli uffici.
Contratto integrativo d’amministrazione - apertura tavolo
Su questo argomento è d’obbligo qualche breve considerazione su quanto già avvenuto nel corso degli ultimi anni, ossia da quando l’Amministrazione ogni tanto, per motivi sconosciuti, si ricorda che andrebbe fatto il nuovo CCIA, visto che il vecchio contratto integrativo risale a ben 11 anni orsono.
Nell’estate di alcuni anni fa, l’Amministrazione aveva avviato il tavolo negoziale per il nuovo CCIA.
Questo tavolo, quasi immediatamente trasformato in tavoli tecnici tematici, ha avuto una vita tormentata per circa un mese ed è poi morto, di morte naturale.
In questi anni, l’Amministrazione più volte ha avuto colloqui informali con le singole OO.SS. illustrando sempre la stessa ipotesi di costruzione dei profili professionali e manifestando l’intenzione di avviare il tavolo negoziale ufficiale pressata, anche, dai recenti interventi normativi.
Non si hanno elementi certi per potere azzardare considerazioni concrete, visto che l’Amministrazione non usa trasmettere materiale informativo sull’ordine del giorno.
Pertanto, le RdB MEF, in questa fase, si limita a rappresentare quello che ritiene necessario attuare prima del nuovo contratto integrativo o, quantomeno, nelle sue premesse immediate.
Le RdB MEF considera prioritario affrontare la questione delle riqualificazioni, avviando un percorso che si considera di sanatoria rispetto a quanto finora prodotto con i processi attuati o in itinere.
Le suddette riqualificazioni, incluse le vicissitudini del Dipartimento delle Finanze, hanno riguardato una parte limitata del personale, ma non sono state certamente lineari e prive di effetti collaterali disastrosi.
Infatti, queste procedure sono state segnate da innumerevoli sospensioni dovute a correzioni in corso d’opera, interventi giudiziari, ricorsi e contro ricorsi.
Insomma è stata generata, grazie ad accordi scellerati, una specie di guerra di tutti contro tutti con conseguenze non solo sui diritti professionali ma, persino, sulla stessa socialità degli uffici.
Quanto successo ha responsabilità precise e dovrebbe indurre a trovare soluzioni adeguate per ricondurre ad equità questa drammatica situazione di rottura del tessuto sociale e solidale tra i lavoratori.
A questo proposito, la posizione delle RdB MEF è semplice: in via preliminare, occorre elaborare un programma di passaggio professionale a livello superiore per tutto il personale che a vario titolo è rimasto escluso.
A titolo esemplificativo, ci si limita a menzionare gli ex B1 che non hanno avuto la possibilità di fare neppure il corso-concorso perché nell’ex B2 non vi erano posti disponibili in organico; gli idonei delle varie riqualificazioni che, pur avendo superato il corso-concorso, sono rimasti appesi senza prospettiva; i B3, bloccati dall’esiguo numero di posti vacanti nell’ex C1.
La presente nota fa parte integrante del verbale della riunione odierna.
Roma 28 aprile 2010