L'incontro segreto
Non è prassi della RdB/CUB MEF rispondere ad una organizzazione sindacale che, gratuitamente, ci copre di insulti a seguito di un nostro comunicato.
Siamo abituati alla discussione sui contenuti e, su queste basi, pronti al confronto e a ricevere critiche in una dialettica democratica e scevra dal livore.
Ma la nota della FP CGIL n. 457/U-FP dell' 8 agosto 2008, inviata ai lavoratori del MEF e alle segreterie regionali e territoriali della stessa FP CGIL, concernente l'informazione che la RdB/CUB MEF ha fornito ai lavoratori sull'incontro "segreto" del 4 agosto 2008 tra il sottosegretario on. Giorgetti e CGIL, CISL, UIL e UNSA, merita una adeguata risposta.
Partecipare ad un incontro segreto che, di fatto, sostituisce il tavolo negoziale preannunciato dallo stesso sottosegretario Giorgetti nella seduta del 29 luglio 2008, significa accettare un metodo ed una regola che svilisce le forme di partecipazione democratica dei lavoratori e viola il sistema delle relazioni sindacali previsto dal CCNL, il quale, evidentemente, viene già considerato superato dalla stessa FP CGIL.
Ma, condividere prassi e metodo, equivale anche ad approvarne il significato politico imposto dal rappresentante del governo mirante alla destrutturazione dei diritti e delle salvaguardie dei lavoratori che trovano riparo e fondamento anche, e non solo, nel rispetto delle norme contrattuali.
In una fase storica dove, grazie ad un miscuglio populista, si affermano nuove forme di autoritarismo padronale, sostenere, come ha scritto la FP CGIL che un incontro "informale" lo è, solo perché non si fanno accordi ma si scambiano semplici opinioni, come se ci trovassimo al Bar dello Sport, è di una banalità disarmante.
Certo, non si fanno accordi negli incontri informali, ma si preparano e si costruiscono intese, escludendo chi è in disaccordo e facendo carta straccia della democrazia sindacale.
D’altra parte, cosa ci si può aspettare da un’organizzazione, come la CGIL, che epura la minoranza dalla segreteria nazionale confederale eletta dal congresso, azzerandola d’ufficio per sostituirla con una più confacente alla fase politica di subalternità al maggior partito di finta "opposizione" ?
Per quanto concerne "l'analisi" sullo smantellamento dei servizi pubblici e dell'attacco alla pubblica amministrazione, evidentemente l'effetto "caldo" avrà colpito anche la memoria della FP CGIL.
Ritenere l'attuale compagine governativa la sola ed unica responsabile equivale a nascondere, volutamente, le politiche concertative praticate dalla CGIL negli ultimi 15 anni e che sono state propedeutiche allo smantellamento del lavoro pubblico e all'impoverimento di chi vi opera.
Modifica del contratto nazionale attraverso la cancellazione dei bienni economici, riduzione degli organici, chiusura degli uffici territoriali, attivazione della mobilità senza regole, retribuzione legata al merito, aggravamento delle sanzioni disciplinari in una logica di sottomissione e subordinazione dei dipendenti ai dirigenti, nessuna prospettiva di stabilizzazione dei lavoratori precari, aumento delle forme flessibili di lavoro, chiusura degli spazi di democrazia e delle libertà sindacali nei luoghi di lavoro, questo è il contenuto del memorandum sul lavoro pubblico che la CGIL ha sottoscritto, insieme a CISL e UIL, con il governo Prodi.
Il libro verde del ministro Sacconi, fa il pari con il libro verde dell'ex ministro Tommaso Padoa Schioppa con il quale si auspicava la necessità di applicare gli accordi siglati con CGIL, CISL e UIL sul lavoro pubblico, sulle pensioni e sulla riforma del mercato del lavoro e della competitività.
Il farsi "parte integrante" dei governi amici, garantendo la pace sociale al fine di far inghiottire ai lavoratori la continuità delle devastazioni delle politiche liberiste, mentre, con gli altri, rispolverare dall'armadio "la giacchetta" del finto sindacato di opposizione, è un vizietto ormai storicamente conosciuto.
In conclusione, la RdB/CUB MEF non ha insultato nessuno.
Si è solo denunciato ai lavoratori un metodo che riteniamo, da parte nostra, scorretto e fuori dalle regole scritte anche dalla stessa CGIL nei contratti, in merito alle relazioni sindacali e alla democrazia nei luoghi di lavoro.
Chi insulta i propri iscritti e i lavoratori tutti, sono coloro che celano il proprio agire quotidiano, mortificando e svilendo i 100 anni della propria storia.