RLS: i direttori fai da te
Negli ultimi tempi, numerosi lavoratori hanno segnalato alla nostra organizzazione l'intenzione, da parte di alcuni direttori di uffici periferici (soprattutto RPS) di individuare Rappresentanti per la Sicurezza (RLS) distinti per le due articolazioni con cui sono organizzati i Dipartimenti Provinciali (RPS e DPSV).
Questa esigenza trae origine, secondo questi responsabili, da una serie di elementi.
Quello più "gettonato" si basa sul fatto, oramai conclamato, che i dipartimenti provinciali esistono solo sulla carta, che l'indirizzo politico percorre la strada di una "separazione in casa" e, pertanto, la cosa più logica da fare è quella di attuare anche la "separazione dei beni".
Avere, quindi, due rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza.
Inoltre, come elemento portante, alcuni di questi dirigenti "fai da te", prendono in considerazione una nota dell'amministrazione, emessa il 13 maggio 2005, che, testualmente, riportiamo:
"In merito all'individuazione del Datore di Lavoro, resta tuttavia vigente la direttiva del Ministro, in data 26 marzo 1999, nella quale tale figura viene individuata nel Capo del Dipartimento Provinciale prevedendo che, in assenza di quest'ultimo, le funzioni di Datore di Lavoro siano assunte dai Direttori dei due distinti uffici costituenti il Dipartimento Provinciale.
E' appena il caso di precisare che, al fine di cui trattasi, l'eventuale delega conferita ad uno dei due Direttori per la firma degli atti urgenti ed indifferibili di competenza del Capo Dipartimento, nonché per la gestione delle relazioni sindacali, non può estendersi alle attribuzioni in materia di sicurezza appartenendo le stesse alla competenza propria dei soggetti individuati nella succitata direttiva ministeriale".
Anziché, quindi, comprendere l'importanza della figura che si riveste (quella, cioè, di datore di lavoro) ed acquisire un alto e ben diverso approccio culturale con la prevenzione e la sicurezza dell'ambiente di lavoro, si utilizzano disposizioni dirette alla parte datoriale per intervenire nella sfera riguardante la rappresentanza dei lavoratori che, come è ovvio, è soggetta solo a disposizioni di legge e a norme contrattuali.
Forse, sarebbe più opportuno che questi direttori "fai da te" ottemperino a quanto disposto dalla legge che pone a loro carico l'obbligo di valutare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, l'elaborazione di un documento sulla valutazione dei rischi e il programma delle misure di prevenzione e protezione da attuare per il miglioramento degli standard di sicurezza.
In questo quadro, la nota n. 13256 del 15 febbraio 2006 dell'Ufficio Relazioni Sindacali, facilmente scaricabile dal nostro sito web www.rdbtesoro.it, perspicacemente fa chiarezza e, come si usa fare per i bambini delle elementari, riassume, per tutti gli uffici del Mef, il quadro normativo, la stretta connessione tra RSU e RLS, l'unicità della RSU nei dipartimenti provinciali e, per stretta connessione, anche quella del RLS.
Ma, in realtà, questo modo di "intendere le cose", l'opera di questi "audaci e creativi" direttori, evidenzia il consapevole progetto di implementare, premendo sul pedale dell'acceleratore, il disastro provocato dalle scelte politiche operate negli ultimi anni.
Dalla legge 112/02 per arrivare al decreto legge 203/05 passando attraverso il DPR 121/02, il decreto legge n. 194/02, la legge 246/02, il DPR 158/02, il decreto legislativo 173/03, il DPR 22/03, il decreto legge 63/05 ed una miriade di DDMM di riassetti dipartimentali.
E la mancata emanazione del regolamento di organizzazione del Mef non è che "la ciliegina sulla torta" di queste disorganiche e schizofreniche scelte.