Bella, sentita, partecipata.

Roma -

Bella, sentita, partecipata, di lotta.

Sono queste le parole che meglio possono descrivere l'assemblea dei lavoratori, indetta dalle RdB/CUB MEF, che si è svolta venerdì 8 maggio 2009 al ministero di via XX Settembre.

La giornata, proprio in concomitanza con il via libera del Consiglio dei Ministri allo schema di Dlgs con il quale si è deciso l’ennesimo furto di salario, di libertà sindacali e di democrazia a danno dei dipendenti pubblici, è iniziata con un presidio esterno rivolto ad informare l'utenza delle disastrose condizioni in cui versano sia i lavoratori che i servizi erogati ed è proseguita con una assemblea interna.

Nonostante il folto apparato repressivo dispiegato (agenti della guardia di finanza in borghese), i lavoratori non si sono fatti intimorire e si sono immediatamente riappropriati, ancora una volta, del cortile centrale del ministero, luogo storico di democrazia partecipata.

Numerosi gli interventi, nessuna forzatura: l'assemblea si è riempita di significato da sola perché è stata interprete, con disarmate semplicità, dei bisogni dei lavoratori, della loro forte determinazione di farsi sentire e vedere, di contare.

La RdB/CUB MEF ha saputo dare corpo e voce alla protesta.

Erano anni che a via XX Settembre non si svolgeva una assemblea così combattiva, partecipata, piena di contenuti e consapevolezza dell'importanza dell'appuntamento.

E proprio la consapevolezza della forza che si dimostrava, ha assunto un grado di risolutezza tale da far improvvisare un corteo interno al palazzo che non ha trovato ostacoli, nessuna barriera che potesse fermarlo, neppure quella tentata dal "servizio di sicurezza interno".

I referenti politici hanno scelto di chiudersi, di blindarsi nelle loro stanze.

Hanno chiuso i portoni e le vie di accesso.

Ma tutto questo non ha impedito ai lavoratori di costringere l'amministrazione, protetta dagli agenti in borghese con i loro walkie talkie gracchianti, di confrontarsi con loro, di discutere di salario, diritti e dignità.

Un confronto dal basso, una pratica di democrazia partecipativa dove i lavoratori hanno dimostrato che vogliono contare e pesare sulle scelte.

Le risposte evasive, l'approssimazione dimostrata dall'amministrazione (segno evidente di una grave sfaldatura sia interna che con l'apparato politico) poco hanno influito sulla giornata di lotta.

Davvero un bellissimo segnale di orgoglio e di riscatto verso una dirigenza e i suoi sindacati collaborazionisti, che vogliono i lavoratori amorfi, silenziosi ed invisibili.

Davvero una bella giornata che, certamente, non si conclude con l'8 maggio 2009.

Altri appuntamenti di lotta ci aspettano, altre bellissime giornate.

C'è da scommetterci.