Care lavoratrici e cari lavoratori: siete in svendita !

Roma -

Prima di passare alle precisazioni d'obbligo, preliminarmente prendiamo atto, con il comunicato del 22 luglio 2009, della rivendicazione da parte della CGIL di essere senza vergogna.

Detto questo, facciamo, di seguito, qualche altra precisazione a quanto scritto nella nostra informativa sindacale "FUA 2008: Tesoro e Ragioneria", anticipando che non intendiamo proseguire nella polemica distraendo energie ed impegno a questioni ben più importanti di questa piccola, ignobile querelle.

La CGIL afferma, nella predetta lettera ai lavoratori, che la RSU, nel caso specifico quella del Dipartimento del Tesoro, ha avuto 15 gironi di tempo per esprimersi e che, non avendolo fatto, perde la sua rappresentatività, non essendo "misurabile".

Con questa considerazione, questo sindacato "dimentica" che l’amministrazione ha avuto 18 mesi per convocare le parti sindacali, concludere l’accordo ed erogare il salario accessorio ai lavoratori: con questa "strana" dimenticanza, la CGIL assolve la parte pubblica da un colpevole ritardo che si traduce in sottrazione concreta di salario.

Poi, sempre la CGIL, elabora un concetto filosofico di rappresentatività, prescindendo da regole normative, contrattuali e di corretta consuetudine che, di fatto, sono garanzie per l’esercizio di rappresentanza diretta dei lavoratori.

Veramente una "strana" concezione, da parte della CGIL, della democrazia sindacale e dell'autorevolezza di organismi eletti democraticamente da tutti i lavoratori (iscritti e non).

Proseguendo nelle presunte precisazioni, la CGIL ci disconosce il merito di aver inciso fortemente sui contenuti dell’accordo, colpevoli di non averlo sottoscritto nella sua formulazione finale.

Senza voler ripetere le nostre posizioni generali e specifiche sul salario accessorio riportate a tutti i tavoli negoziali, ci limitiamo semplicemente a ricordare che nella contrattazione specifica del Dipartimento del Tesoro la prima ipotesi presentata dall’Amministrazione prevedeva l’erogazione del 70% dei fondi sulla produttività individuale e il 30% su quella collettiva.

Questa prima proposta riscuoteva il plauso quasi generale dei presenti e la netta opposizione della nostra organizzazione che ha dovuto rammentare, a tutti i presenti, che i contenuti di quella bozza non solo erano deprecabili, ingiusti e punitivi per i lavoratori ma, anche, illegittimi.

Infatti, abbiamo aggiunto che in nessuna norma di legge, contratto collettivo o integrativo vigenti, sono contemplate quei parametri meritocratici e quelle percentuali di distribuzione.

In parole povere, paradossalmente, ci siamo ritrovati nella posizione di dover ricordare, ai soggetti sindacali seduti al tavolo negoziale, che erano tenuti a rispettare, perlomeno, contratti e accordi che avevano firmato, peraltro pessimi; alla parte pubblica, invece, che oltre alla norma, doveva rispettare le circolari interne diramate (nota n. 66977 del 24.10.2008 del Capo del IV Dipartimento).

Solo dopo che abbiamo minacciato l’impugnazione di eventuali accordi ricalcanti la bozza suddetta, l’amministrazione del Dipartimento del Tesoro ha rielaborato l'intesa con nuove percentuali.
A questo punto, non crediamo sia opportuno aggiungere altro, né ritornare sulla questione e neppure dare giudizi sulle patetiche precisazioni e tentativi (questi, si manichei!) della CGIL di distorcere la verità.