CARTOLARIZZAZIONE: I SUGGERITORI DI SCENA

Roma -

Come ogni anno va in scena al MEF la replica dello spettacolo tragicomico della c.d. cartolarizzazione. Scene e personaggi conquistano il palcoscenico in una compulsiva coazione a ripetere anche se, ogni tanto, cambia qualche attore per motivi di varia natura.

Il produttore è unico e fa capo al Ministro dell’Economia e delle Finanze ed al suo entourage, mentre la regia è di gruppo ed è in mano ai capi dipartimento con potere decisionale differenziato. Il Ragioniere Generale dello Stato, invece, ha la facoltà di esercitare la censura.

Il copione non è definito ad inizio spettacolo sia nei contenuti che nei tempi di durata delle diverse scene. Per questa ragione diventa fondamentale la figura dei suggeritori di scena che, necessariamente, provengono dai settori della regia e della produzione.

Essi, infatti, hanno il delicato compito di creare la necessaria suspense dello spettacolo cadenzando i tempi di attesa, affinando le battute e dosando l’articolazione della trama per non perdere l’effetto finale della sorpresa.

L’anno scorso lo spettacolo è stato di notevole spessore, soprattutto nella parte comica, poiché contava sulla performance di un fantasista d’eccezione qual è stato l’onorevole Polillo nel ruolo di sottosegretario dell’Economia e delle Finanze. Quest’anno, quindi, il percorso per mantenere tali livelli di pura eccellenza è tutto in salita ma le condizioni per ripetere il successo ci sono tutte. Molti dei soggetti sono rimasti gli stessi e quelli cambiati nella parte politica e nell’amministrazione sapranno sicuramente essere all’altezza della situazione.

Ormai è quasi tutto pronto per andare in scena ed infatti sono state puntualmente pubblicizzate da una sigla sindacale le prime presunte informazioni/suggerimenti sul luogo dove si troverebbe la “trama-decreto”. Questa notizia, che proverrebbe dal sottosegretario Baretta, non sembrerebbe, però, corrispondere alla realtà in quanto la “trama-decreto” deve essere ancora sottoposta a valutazione-censoria da parte del Ragioniere Generale dello Stato.

Il prologo dello spettacolo, che inizia quindi con una falsa notizia, promette bene per i futuri colpi di scena, quando si entrerà nel vivo della rappresentazione.

In tutta questa panoramica abbiamo volutamente lasciato per ultimo il pubblico pagante, perché è quello che lo spettacolo lo subisce. E non si diverte per niente.

La platea, ossia i lavoratori del MEF, sopporta ormai da anni le conseguenze di questo misero spettacolo ed è oltretutto costretta a pagare un biglietto sempre più caro.

I lavoratori del MEF, infatti, assistono ogni anno alla diminuzione delle risorse derivanti dalla c.d. cartolarizzazione e si ritrovano a subire ingiustificate differenze salariali tra il settore ex Tesoro ed il settore ex Finanze. Queste disparità di trattamento sono determinate solo da rapporti di forza politici ed amministrativi e sono perfettamente funzionali a mantenere il controllo sociale mediante i soliti meccanismi di divisione tra i lavoratori.

La USB MEF non solo è intenzionata a porre fine a queste modalità gestionali da indecoroso teatrino ma intende imporre un percorso in cui il recupero salariale sia certo, equo e trasparente.

La semplice difesa degli ormai “residui salariali”, l’accettazione del ricatto di discriminazioni tra lavoratori e la paura di perdere anche questa parte di salario accessorio indeboliscono la capacità conflittuale e di mobilitazione dei lavoratori.

La USB MEF, riportando la propria prospettiva generale anche in questa vertenza di settore, intende rivendicare:

 

  • la riduzione della percentuale delle risorse della c.d. cartolarizzazione da assegnare alla dirigenza;
  • salario accessorio uguale per tutti i lavoratori del MEF, reperendo nuove risorse economiche da destinare all’equiparazione della quota del settore ex Tesoro a quella del settore ex Finanze;
  • la stabilizzazione di questa parte del salario accessorio mediante meccanismi che la rendano certa e permanente;
  • tempi programmati e non procrastinabili per l’erogazione.