DPCM DI RIORGANIZZAZIONE: IL NUOVO MEF

In allegato la bozza del DPCM.

Roma -

Si è tenuta in data 23 luglio u.s. la riunione tra Amministrazione e Organizzazioni Sindacali concernente l’informativa sullo schema di DPCM di riorganizzazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze ricomprendente anche gli Uffici di diretta collaborazione del Ministro.

Il provvedimento in questione discende dall’applicazione dell’art. 16, comma 4, del DL 66/2014 che prevede, tra l’altro, che “al solo fine di realizzare interventi di riordino diretti ad assicurare ulteriori riduzioni della spesa, a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto e fino al 15 luglio 2014, i regolamenti di organizzazione dei Ministeri, ivi inclusi quelli degli uffici di diretta collaborazione, possono essere adottati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro competente, di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione e con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa delibera del Consiglio dei Ministri”.

L’adozione del DPCM, quindi, non è stata dettata da norme superiori stringenti sulla materia ma da una scelta precisa dell’autorità politica del nostro dicastero.

In realtà, per quanto riguarda la riorganizzazione dei quattro dipartimenti degli uffici centrali, gli interventi si sono concentrati su operazioni di limatura e razionalizzazione riguardanti soprattutto i rapporti con SOGEI e la vigilanza sull’Agenzia del Demanio la cui competenza è transitata dal settore Finanze al settore Tesoro.

Gli Uffici di diretta collaborazione del Ministro, invece, sono stati oggetto di un intervento più approfondito ed all’insegna della trasparenza concernente la struttura organizzativa accompagnato da una riduzione di 28 unità di personale e dal taglio di una posizione dirigenziale di prima fascia.

L’articolazione sul territorio nazionale delle Ragionerie territoriali dello Stato è stata interessata dall’intervento sostanziale operato dal DPCM di riorganizzazione. Infatti, il nuovo assetto organizzativo delineato dal provvedimento in questione è stato trasfuso direttamente dal decreto ministeriale del 9 luglio u.s., in corso di registrazione presso la Corte dei Conti e che prevede la chiusura di 10 RTS al 1/2/2015. 

Il MEF, quindi, ha varato definitivamente il piano di riassetto territoriale delle RTS cristallizzandolo nel DPCM in emanazione al quale dovrà seguire un ulteriore DM attuativo che determinerà la nuova rete periferica del nostro dicastero su base regionale.

L’Amministrazione ha dichiarato più volte, nel corso della riunione, che l’operazione non avrà ripercussioni sui lavoratori interessati ma è chiaro che i provvedimenti in essere si andranno ad incrociare necessariamente con DL 90/2014 (mobilità entro 50 km, demansionamento finalizzato alla futura ricollocazione) e il disegno di legge sulla riforma della pubblica amministrazione (uffici regionali del governo) con esiti e scenari facilmente immaginabili.

Per quanto riguarda, invece, i 180 lavoratori coinvolti nella chiusura delle 10 RTS stabilita dal DM del 9 luglio 2014, il capo dipartimento del personale dr. Ferrara ha annunciato che verranno predisposti al più presto i criteri per una mobilità “morbida” che dovrebbero mettere alla base della discussione con le Organizzazioni Sindacali la seguente gamma di opzioni:

1.        mobilità volontaria verso altri enti;

2.        mobilità verso le RTS destinatarie delle competenze degli uffici soppressi;

3.        mobilità verso le altre RTS;

4.  mobilità verso le Commissioni Tributarie (ma solo ad invarianza di spesa e compatibilmente con le esigue dotazioni organiche ad oggi esistenti);

5.        mobilità verso le Agenzie fiscali.

La USB MEF terrà informati i lavoratori sugli sviluppi di questa vertenza e li chiama, fin da subito, a partecipare ed a costruire con la nostra Organizzazione Sindacale resistenza e conflitto sia a livello generale che di settore.