Tfr/Non c'è ancora accordo. Rinviato al prossimo CdM

Roma -

Durante la mobilitazione contro lo scippo del TFR di giovedì 10 novembre 2005 davanti a Palazzo Chigi, promossa dalle RdB/CUB insieme al sindacalismo di base, il Consiglio dei Ministri ha rinviato la discussione e l'approvazione del testo sulla previdenza complementare alla prossima convocazione.

Slitta nuovamente, quindi, l'ok del governo al decreto legislativo che ai primi di ottobre era già stato rinviato al Parlamento per la contrarietà delle assicurazioni al testo elaborato dal ministro del Welfare, Roberto Maroni.
Secondo quanto riferiscono fonti giornalistiche, sembra che il Presidente del Consiglio dei Ministri, abbia chiesto un pò di tempo per esaminare ed analizzare i pareri delle commissioni. Una richiesta che sarebbe stata accolta positivamente dall'intero Consiglio che ha deliberato, appunto, di esaminare il dlgs di riforma il prossimo Consiglio dei Ministri.

Riunione che si terrà giovedì, 17 novembre, nel pomeriggio.
Per il via libera definitivo al provvedimento si profila, quindi, un'altra conta fra i ministri.

Ma, a differenza dei primi di ottobre il governo, ora, non ha più alcuna via d'uscita.

Di certo, infatti, non potrà più rinviare il provvediemnto al Parlamento dopo che per ben due volte ha espresso il suo via libera.

E, nemmeno potrà prendersi altro tempo indefinito, visto che per decidere, considerato che non solo Camera e Senato, ma anche Confindustria, Cgil, Cisl, Uil, spingono in direzione di una scelta tempestiva.

Dunque, il nodo che dovrà affrontare il Consiglio dei Ministri è sempre lo stesso, ossia se aprire o no fin da subito il mercato ai fondi delle imprese assicurative.
Sul testo del ministro del Lavoro, infatti, i titolari dei dicasteri si sono divisi già una volta fra i fautori e i contrari della libertà di conferimento dei lavoratori a tutti i tipi di fondi complementari.

Il problema principale riguarda il contributo aggiuntivo del datore di lavoro.

Il testo predisposto da Maroni lo prevede solo nel caso in cui il lavoratore decidesse di trasferire la propria liquidazione nei cosiddetti fondi chiusi, quelli cioè di origine sindacale.

Le assicurazioni e alcuni esponenti della maggioranza, invece, vorrebbero che questo contributo fosse esteso anche ai fondi aperti e alle polizze assicurative.

Una strada intermedia è quella indicata nel parere della commissione lavoro del senato che prevede per il futuro, purché ci sia una effettiva diffusione della previdenza integrativa, la possibilità data al lavoratore di trasferire integralmente la propria posizione previdenziale ad un’altra forma pensionistica.

Su questo rinvio, hanno tuonato i drigenti di Cisl (Pierpaolo Baretta), Uil (Adriano Musi) e, persino, dell'Ugl (Renata Polverini).

In compagnia delle dichiarazioni del Governatore della Banca d'Italia, (è necessario agire perchè nel 2006, sulla base della normativa predisposta (dlgs sul TFR), che è opportuno approvare sollecitamente, decollino i fondi pensione: insieme con una migliore tutela del risparmio previdenziale, daranno sostegno ai mercati e agli investimenti), il segretario confederale della Cisl, Pierpalo Baretta tuona: "Il Governo si assuma una responsabilità definitiva sulla previdenza complementare e approvi il decreto di attuazione della riforma giovedì prossimo".

Sono chiari, quindi, i contorni della diatriba politica e degli interessi economici che ruotano intorno alla spartizione della golosa torta del TFR/TFS.

Oltra al mercato finanziario, bisognoso di capitali freschi, il padronato e le organizzazioni sindacali confederali, con le loro finanziarie e i sindacalisti/promotor, spingono per compiere questo furto ai danni dei lavoratori.

NO ALLO SCIPPO DEL TFR!

RITIRARE IL DECRETO MARONI, RILANCIARE LA PREVIDENZA PUBBLICA!

 

Facciamolo sentire forte e chiaro!

Le contraddizioni che quotidianamente si registrano sull’argomento ci indicano chiaramente che sconfiggere ogni ipotesi di scippo del TFR, rilanciando la previdenza pubblica, è possibile ed è necessario.

 

La RdB/CUB è in prima linea nella battaglia per la difesa del sistema previdenziale pubblico, distrutto e manomesso in questi anni di offensiva neoliberista e di accordi sindacali scellerati, per il suo rafforzamento e rilancio, contro lo scippo del Tfr.

 

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I PRINCIPALI CONTENUTI DELLO SCHEMA
DI DECRETO LEGISLATIVO DI ATTUAZIONE
DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE